Governo, gli orari delle consultazioni di domani. Renzi 'sondaggista' a Firenze

Martina non molla: intesa Pd-M5s? Ci proverò fino in fondo. Calenda: se succede esco dal Pd. Gli orari delle consultazioni IL PUNTO - Su Pd-M5S l'incongnita Renzi - di P. DE ROBERTIS Di Maio molla Salvini: non vuole governare - di E.G.POLIDORI IL PUNTO Fico, ultima chiamata - di P.F.DE ROBERTIS Di Maio: ecco il nostro contratto in 10 punti per l'Italia

Matteo Renzi in piazza a Firenze (ImagoE)

Matteo Renzi in piazza a Firenze (ImagoE)

Roma, 25 aprile 2018 - Riprendono domani le consultazioni del presidente della Camera Roberto Fico nel tentativo di formare un nuovo governo. Alle 11 l'incontro con la delegazione del Pd, alle 13 l'incontro con la delegazione del M5s. Dopo i colloqui, Fico dovrebbe riferire a Mattarella, ma non è escluso che possa chiedere tempo supplementare. Alle 19.30 è prevista l'assemblea congiunta dei parlamentari 5 stelle con i capigruppo Giulia Grillo e Danilo Toninelli. Il capogruppo dem Marcucci annuncia invece che l'assemblea dei senatori Pd si terrà a Palazzo Madama il 2 maggio. "Io resto della mia posizione: un accordo è molto difficile", dice. 

MARTINA E RENZI - Il rischio di ritorno alle urne c'è: Maurizio Martina lo dice al termine di una giornata dedicata alle celebrazioni della Liberazione dal Nazifascismo ma durante la quale il tema della trattativa con il Movimento 5 Stelle ha toccato i discorsi di tutti i leader, da destra a sinistra. Nel Partito Democratico c'è la netta sensazione che la spaccatura possa arrivare da un momento all'altro, anche perché l'ala 'governista' favorevole a un accordo con i pentastellati va allargandosi acquisendo forza politica. I renziani mantengono la maggioranza numerica della direzione, dell'assemblea e soprattutto dei gruppi parlamentari. L'ex segretario, date queste premesse, rimane il deus ex machina di ogni decisione anche se su di lui e sul partito incombe il rischio di un ritorno anticipato alle urne. "Le possibilità di tornare a votare a ottobre sono non poche", avverte Martina nello studio di Bruno Vespa aggiungendo di considerare l'ipotesi "un rischio per il Paese, da evitare". E lo spettro di un voto a breve sembra essere l'elemento che consiglia prudenza all'ex segretario: silente da giorni, oggi è tornato in piazza fra la gente, limitandosi a lanciare un sondaggio, quasi un gioco, sul gradimento di un eventuale governo Pd-M5s. Le risposte sono state le più diverse e d'altra parte a Renzi non serve interrogare i passanti per decidere la strada da prendere.Tra i renziani c'è ancora la certezza che tra Di Maio e Salvini covi ancora più di una fiammella. Anzi: che tra i due ci sia un accordo per fare il governo dopo aver ridotto il Pd ai minimi termini. Per Martina, invece, il fuoco si è estinto definitivamente con le parole pronunciate dal capo politico del M5s all'uscita dal colloquio con Fico. 

Il segretario reggente sa che la "situazione è complicata" ma la volontà è quella di "combattere" e di provarci "fino in fondo". "Rispetto il travaglio che c'è con i nostri elettori - ammette - Dobbiamo parlarne. Ma penso che si debba accettare la sfida del confronto: non so se ce la faremo" a condurre in porto il dialogo per il governo tra Pd e M5s. "Non ho nessuna difficoltà di dire che per questo passaggio c'è bisogno del contributo di tutti nel partito, anche di Renzi. Non mi sognerei mai di farlo da solo", è l'appello. Ma la diversità di vedute è evidente con Renzi, che non nasconde la sua contrarietà a un eventuale accordo con i 5Stelle,e figuriamoci poi se l'intesa prevedesse Di Maio premier. 

Berlusconi: "Davanti ai 5 Stelle gente si sente come gli ebrei con Hitler"

In questa ennesima divisione del Partito democratico spicca Carlo Calenda, che in un tweet di buon mattino conferma: "Sono fermamente contrario a un'alleanza con il M5S". Se invece si andasse verso questa strada, insiste il ministro rispondendo sui social, "confermo" l'uscita dal Pd. "Mi sono rotto di questa politica da tifo da stadio e opposti bullismi - aggiunge - Non ha nulla a che fare con la complessità dei problemi che dobbiamo affrontare e neanche con una politica forte (non arrogante o aggressiva) di cui abbiamo disperatamente bisogno".

DI MAIO E SALVINI - Ieri Luigi Di Maio, almeno a parole, ha scaricato definitivamente Matteo Salvini. "Il discorso con la Lega si chiude del tutto", ha detto dopo il colloquio con Fico. Uno stop che Martina definisce "un passaggio politicamente importante perché escludere definitivamente una trattativa come quella che abbiamo visto fin qui tra Lega, Cinque stelle e centrodestra è un passaggio che avevamo chiesto ed effettivamente le parole di Di Maio sono state molto nette e molto chiare". Dal canto suo, Salvini ha scritto questa mattina un breve, ma eloquente post su Facebook: "PD al governo? No, grazie - le parole del leader del Carroccio -. Farò di tutto perché il voto degli italiani sia rispettato, da Roma e da Bruxelles".