Governo, festa M5s. Grillo suona la campanella, Di Maio: "Lo Stato ora siamo noi"

In piazza a Roma per la nascita dell'esecutivo giallo-verde. Il comico: "Un mondo se ne va"

Roma, Beppe Grillo alla manifestazione del M5S (Lapresse)

Roma, Beppe Grillo alla manifestazione del M5S (Lapresse)

Roma, 2 giugno 2018 - Dopo la parata del 2 giugno, i ministri del Movimento 5 Stelle si ritrovano sul palco della manifestazione indetta in piazza della Bocca della Verità a Roma per festeggiare il "governo del cambiamento". Tra tricolori e bandiere con il simbolo M5S, è Luigi Di Maio, neo vicepremier e ministro del Lavoro, tra i più acclamati, in una piazza gremita che grida "Luigi-Luigi". Poco prima, in un video-tour via Facebook al Ministero dello Sviluppo Economico, aveva lanciato le sue prime priorità: il superamento della Fornero e la quota 100 delle pensioni contenuta nel programma del Movimento. Sul palco ci sono tutti i ministri del nuovo governo (ma è assente il premier Giuseppe Conte), ma anche la sindaca di Roma Virginia Raggi, Davide Casaleggio e il neo-consulente del Mise Sergio Bramini, imprenditore costretto a far fallire la sua azienda e al quale la casa è stata pignorata dopo aver chiesto invano crediti nei confronti dello Stato. Arriva anche Beppe Grillo, che suona una campanella come quella al centro del passaggio di consegne a Palazzo Chigi. "Questo suono - dice - determina la spaccatura tra un mondo che se ne sta andando e uno che arriva". Il mondo "che se ne sta andando agonizza. Noi abbiamo cominciato a guardare a un'altra parte", ha detto Grillo.

GRILLO - "Io non so se farò ancora satira. Chi devo prendere per il culo? I miei? Sì, non devono essere immuni". Ha detto il comico fondatore del Movimento, tra il serio e il faceto,giocando sul 'dramma' della satira che si trova ad essere entrata nelle stanze del potere, bersaglio per eccellenza. "Roma deve diventare una città-Stato", ha detto poi facendo poi la battuta: "io mi candiderò per diventare il presidente della Repubblica prossimo". E ha chiesto "guardate il mondo con altri occhi . E' arrivato questo mondo". La Costituzione "è stata fatta" negli anni '50. "Chi l'ha scritta ha pensato al popolo italiano del dopoguerra", scrivendola "per la facile comprensione" - ha detto ancora Grillo, sottolineando che Piero Calamandrei "l'ha chiamata l'incompiuta", e ci sono delle cose che sono state dimenticate. "Oggi si parte da un altro presupposto", ha detto Grillo, prendendosela con chi pretende di decidere la politica economica italiana.

DI MAIO - "Ora lo Stato siamo noi, questa è la Repubblica del M5S", è il messaggio invece di Di Maio, che ha fermato i fischi che stavano levandosi quando i militanti  grillini hanno sentito la storia di Bramini 'vessato' da Equitalia. "Prima vengono i cittadini e poi i membri di governo. Tutti ci prendevano in giro sul Contratto di governo e ce l'abbiamo fatta", ha detto il vicepremier alla piazza, parlando della nascita della "Terza Repubblica" basata sulla "restituzione delle chiavi delle istituzioni ai cittadini". "Conte - ha proseguito - è il concetto dei cittadini che entrano nelle istituzioni". Ancora: "Nulla sarà semplice. Non saremo quelli che si autocertificheranno i risultati. Non dovremo perdere il contatto con le piazze", che dovranno dire se il governo ha cambiato la vita delle persone, ha aggiunto ancora. "Vi risarciremo, ci mettiamo al lavoro per risarcire i truffati", ha poi ribadito a proposito della vicenda banche. Di Maio ha smussato inoltre i toni nei confronti del presidente della Repubblica. "Io sono stato il primo a essere stato critico nei confronti del presidente della Repubblica, ma gli riconosco la ragionevolezza di avermi incontrato", ha detto dal palco, ed nato "il governo del cambiamento".

Prima avevano parlato Virginia Raggi e Davide Casaleggio. "Hanno descritto Roma come un inferno per evitare che il M5S andasse al governo", ha detto la sindaca di Roma. "Oggi è nata la repubblica dei cittadini", ha aggiunto. "Se siamo qui - ha detto invece Davide Casaleggio -, oggi è perché tutte le volte che ci hanno detto 'è impossibile', noi non gli abbiamo creduto, perché tutte le volte che ci hanno detto 'siete destinati a sparire', noi li abbiamo ignorati".