Governo Draghi, aule aperte anche in estate e più insegnanti

Le ricette anti crisi del premier incaricato. L'idea è recuperare le lezioni perse allungando l’anno scolastico in giugno. I presidi: dateci la possibilità di assumere i docenti

Protesta di studenti contro la didattica a distanza (ImagoE)

Protesta di studenti contro la didattica a distanza (ImagoE)

Rivedere il calendario scolastico e recuperare così i giorni di scuola persi per la pandemia. E’ sulla scuola una delle prime sollecitazioni ai partiti del presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi. Tutte le delegazioni politiche incontrate alla Camera hanno raccontato che per l’ex governatore della Bce la scuola è una priorità: tra le azioni urgenti da mettere in campo c’è il recupero, nel periodo estivo, delle lezioni perse. Allungando ad esempio le lezioni in giugno. Ma, chiaramente, lo ha sottolineato Draghi, ne va "valutata la fattibilità" e i presidi hanno già messo le mani avanti: "Un prolungamento relativamente contenuto si può fare, ma non proseguire ad libitum". Insieme a questo il premier incaricato pensa a una cosa mai vista in Italia: fare in modo che il primo settembre tutte le cattedre siano assegnate.

La scuola è, dunque, un punto chiave del governo a cui Draghi sta lavorando tenendo conto dell’oggettivo "disagio degli studenti sia a livello di apprendimento che psicologico". E non potrebbe essere diversamente. Già nel suo discorso al Meeting di Rimini nell’agosto scorso – un intervento considerato un manifesto programmatico – Draghi aveva sostenuto che "ai giovani bisogna dare di più: i sussidi finiranno e resterà la mancanza di una qualificazione professionale, che potrà sacrificare la loro libertà di scelta e il loro reddito futuro". Ancora di più davanti a una pandemia in cui "la chiusura delle scuole ha approfondito le disuguaglianze".

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Ma da dove si parte? Innanzitutto dal riportare tutti a scuola, in presenza. E per fare questo c’è bisogno di mettere le mani in modo decisivo sul nodo dei trasporti pubblici. Urge, poi, un grande piano di recupero del gap formativo accumulato nei 100 giorni di chiusura, da marzo a giugno, del 2020, di tutte le scuole a cui si sono aggiunti quelli, da novembre a gennaio, in cui le scuole superiori sono state in Dad. C’è, peraltro, un dato allarmante: una rilevazione Ipsos ha stimato che l’anno scorso hanno abbandonato gli studi almeno 30mila ragazzi in più rispetto ai 120mila che già lo fanno ogni anno.  Guardando a viale Trastevere sembra che l’orientamento sia di lasciare separati in due ministeri diversi Istruzione e Università – scelta gradita già a suo tempo al Quirinale – mentre uno dei primi dossier che finirà sul tavolo del nuovo ministro dell’Istruzione sarà la maturità 2021 con la firma dell’ordinanza che stabilirà le modalità di svolgimento. Un ultimo dettaglio: per il prossimo anno mancano oltre 200mila insegnanti e a questo proposito l’Associazione nazionale presidi chiede di "dare alle scuole il potere di assumere magari attraverso una forma di concorso alleggerita".