Giovedì 25 Aprile 2024

Il Pd si aggrappa ai militanti. "Con chi ci dobbiamo alleare?"

Bologna, questionario alla Festa dell'Unità sul futuro del partito

Festa dell'Unità (Ansa)

Festa dell'Unità (Ansa)

Bologna, 26 agosto 2017 - Aggrappati alla ‘base’. Entità quasi mitologica nell’immaginario della sinistra. Salvagente dei momenti difficili, il cuore che ancora pulsa, nonostante tutto. Volontari, iscritti, elettori, simpatizzanti: «Indicateci la rotta», sembra chiedere a loro lo spaesato Pd di questi tempi. È così anche a Bologna, casa della federazione dem più grande d’Italia, ex polmone rosso ormai dalle tonalità sempre più sbiadite (addio ditta, Renzi ad aprile ha trionfato qui).  Alla Festa dell’Unità del parco Nord – la prima post scissione, orfana di habituè delle cucine come Errani e Bersani – il Pd ha preparato un questionario per il suo popolo. Circa 10mila volontari, attese 180mila persone. Dieci domande, a risposta secca: voti da 1 a 10. Due per farsi tastare il polso («Come valuti il Pd di oggi?», «Quali comportamenti dovremmo assumere?»), le altre sulle scelte future, a pochi mesi dalle elezioni politiche del prossimo anno: economia, immigrazione, scuola, diritti civili. E l’ultima, la più gustosa: «Con chi dobbiamo allearci?». C’è spazio per tutti, periscopio a 360 gradi: «Con il centrodestra», «Con il M5S», «Con la sinistra». Insomma, viene in mente Quelo, il mitico profeta impersonato da Corrado Guzzanti: «Non sai che fare, non sai dove andare, miagoli nel buio». Ma il partito ci crede: «Ci accusano sempre di decidere nelle segrete stanze, di non ascoltare la nostra gente. Ecco, questa è la nostra risposta», spiega Alberto Aitini, il braccio destro del segretario bolognese Critelli che ha curato le dieci domande assieme al direttore dell’Istituto Cattaneo, Maurizio Morini.  «Un impegno a titolo personale, perché credo nel progetto Pd», chiarisce Morini, 30 anni di esperienza nelle ricerche di mercato: «Funzionerà? Vedremo. Di certo è un atto di umiltà e rispetto, mi piace pensarlo così. Ascoltare le persone è fondamentale, ci sono strumenti più utili oltre le riunioni dei circoli». I risultati arriveranno a ottobre. Trasformati da numeri a parole, diventeranno il contributo del Pd bolognese alla conferenza programmatica nazionale lanciata da Matteo Renzi.    L’ex premier è atteso a Bologna nel weekend del 2 settembre. Troverà una Festa più malinconica di quella che in passato gli regalò pomeriggi da star: come il blitz pre-primarie del 2012, fuori programma fino all’ultimo, e la parata in camicia bianca con gli altri leader della sinistra europea di tre anni fa. Renzi, Valls, Pedro Sanchez, tutti finiti male in pochi mesi.   Di quell'istantanea non c’è più nemmeno il tendone dei dibattiti. Al suo posto la scintillante ruota panoramica alta 40 metri, arrivata pochi giorni fa da Cesenatico, che da tre anni svetta sulla kermesse. E la politica? Si fa su un tir. Il palco dell’edizione 2017, infatti, è un camion aperto, personalizzato come un salotto in stile talk show, e di fronte una decina di file di sedie e due piccole tribunette. Ospiterà, tra gli altri, Maria Elena Boschi e Andrea Orlando. Sempre che qualcuno se ne accorga: è di lato, poco visibile a chi passeggia, non più al centro della Festa come negli anni scorsi. Segno dei tempi che cambiano, forse. D’altronde, che sia finita un’epoca, lo dimostra anche l’altra novità di quest’anno: ‘Veganok’, villaggio biologico e vegano, tra gastronomia e conferenze anticarne. Se rischiano il pensionamento anche castrato e salsiccia, forse ha proprio ragione Quelo: «C’è grossa crisi».