Giovedì 18 Aprile 2024

Caso Fazio, la Rai: "Vale 10 milioni di pubblicità". Ma lo show costa quasi il doppio

La tv: triplicherà lo share di ‘Che tempo che fa’. I conti non tornano

Fabio Fazio durante la trasmissione televisiva 'Che tempo che fa' (Ansa)

Fabio Fazio durante la trasmissione televisiva 'Che tempo che fa' (Ansa)

Roma, 7 luglio 2017 - Ma è vero, come sostengono in Rai, che il mega contratto quadriennale di Fabio Fazio si ripagherà da solo grazie agli introiti della pubblicità su Raiuno, tra le più costose – dunque remunerative per l’azienda? La Rai lo dice, ma i dubbi sono legittimi. E per una serie di motivi. La prima serata di Raiuno raccoglie 4,8-5 milioni di telespettatori nel ‘minuto medio’ ed è in teoria possibile che la Rai incassi 10 milioni di pubblicità nel 2018 grazie a Fazio perché questi 5 milioni di ascoltatori vedranno la pubblicità nel suo programma per almeno 432 secondi, dato temporale di ascolto su cui viene poi calcolato il costo a minuto di uno spot (in gergo ‘tetto pubblicitario’). 

Contratto Fazio, la Rai studia il passo indietro

Tutto questo, però, non è prevedibile a priori e sulla carta; non si sa se Fazio farà sempre il pieno degli ascolti, dunque non si sa quanto varranno realmente quei 432 secondi nel corso di tutto l’anno di trasmissione. Difficile, insomma, che si raggiunga davvero il tetto di 10 milioni di euro di introiti da pubblicità in un solo anno di messa in onda del nuovo Fazio (e costerà oltre 70 milioni di euro, come sostiene il dem Michele Anzaldi, cioè 17,5 all’anno). In più, da questo eventuale introito vanno comunque sottratti i costi di produzione (impianti, personale amministrativo, valore dei marchi eccetera) e bisogna tenere conto della questione dei tetti di affollamento pubblicitario (non solo orario, ma anche settimanale) a cui è soggetta la tv pubblica per legge; più di tanto non può guadagnare perché ha il canone. Già solo sulla base di questi presupposti, dire che Fazio «si ripaga da solo» è dunque un errore. Ma c’è di più. Fazio lavorerà in esclusiva per la Rai e questi contratti hanno sempre un minimo garantito che oscilla dal 40 al 70% del valore complessivo dell’intesa. Quindi il conduttore sarà comunque pagato tra i 5 e gli 8 milioni anche se non dovesse raggiungere lo share previsto. E pure se, malauguratamente, la trasmissione dovesse chiudere anzitempo perché non ha ottenuto il 25% di share medio, il minimo per una prima serata di Raiuno. 

Insomma, anche se dovesse restare senza programma, Fazio continuerebbe a essere pagato in modo sostanzioso. E, stavolta, pure per il format del programma, non solo per la sua prestazione personale. È la prima volta che la Rai paga anche il format di un programma di un artista che contrattualizza in esclusiva (di solito il pacchetto è unico), così come è la prima volta che un contratto di un artista viene stipulato per quattro anni; nell’era Gubitosi, i contratti degli artisti al massimo venivano siglati per due anni.   I VERTICI Rai, insomma, hanno scommesso sul fatto che il conduttore possa agevolmente trasformare il 13% di share che faceva su Raitre (un dato molto positivo) in un 30% su Raiuno, che è più o meno la cifra di share che raggiunge la fiction di Montalbano. Un azzardo: solo alla fine dell’anno televisivo si potranno fare i conti reali della partita. In realtà, almeno a guardare i dati dei costi degli ultimi anni delle principali trasmissioni Rai, è assai improbabile che una qualsiasi trasmissione della tv di Stato si ripaghi solo con la pubblicità. Oggi più di ieri, infatti, pubblicità e canone sono vasi comunicanti; oltre metà del canone ripaga i mancati ricavi da spot dovuti al basso affollamento anche nelle trasmissioni di punta del servizio pubblico, dovuti al persistere della crisi economica.