Elezioni 2018, Grasso: "No fiducia nel Pd. Alleanza con M5S? Vedremo"

Il leader di LeU sulla Boldrini che chiude coi 5 stelle: "Non decide lei". Poi difende la scelta di non appoggiare Gori in Lombardia ma su Zingaretti è più possibilista

Pietro Grasso, leader di Liberu e Uguali (Ansa)

Pietro Grasso, leader di Liberu e Uguali (Ansa)

Roma, 13 gennaio 2018 - Dopo lo scontro col Pd in Lombardia, e la scelta di non appoggiare Giorgio Gori - dem considerato 'renziano' - Pietro Grasso spiega la posizione di Liberi e Uguali sulle prossime elezioni politiche e regionali. Con un'avvertenza: "Dovrò porgere il petto, e a volte anche le spalle, di fronte agli attacchi che verranno e questo lo metto in conto", dice intervistato su Sky da Maria Latella. Ma poi precisa che non è un uomo solo al comando: "Io sono a capo di un gruppo dove c'è il pluralismo. Ho ottimi rapporti con tutti e pure con Massimo D'Alema".

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ALLEANZE POST-ELETTORALI - Premesso che "non abbiamo fiducia nelle promesse e nelle azioni del Pd", Grasso spiega: "I voti al Pd li ha levati Renzi quando ha cambiato la sua politica. Noi cerchiamo di recuperare i voti persi da Renzi, di chi non va più a votare, di chi per rabbia ha votato per i 5 Stelle. Pensiamo che questo sia il modo migliore per dare al Paese una visione diversa". 

Riguardo a un possibile un accordo post elettorale con i 5 stelle Grasso non dice sì né no: "Il M5S è ondivago e non riusciamo capire quali sono le sue politiche. Quando loro capiranno cosa vogliono, forse anche noi potremmo fare le nostre valutazioni". Ma Laura Boldrini ha chiuso a un qualsiasi accordo coi grillini... Per Grasso non è "assolutamente un problema; comprendo Boldrini, però poi decide qualcun altro", replica. E alla domanda se sarà lui a decidere, Grasso risponde: "Certo".

Di altrettanto certo c'è il 'no' a un governo con Forza Italia: "non è che lo escludo io, ma le nostre politiche che non potranno mai essere compatibili. Per noi la componente essenziale per ogni alleanza è una svolta a sinistra". 

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LOMBARDIA E LAZIO - "In Lombardia ci sono stati contatti per tanto tempo in cui si è potuto vedere che non c'erano i presupposti per una coalizione per Giorgio Gori e il cambiamento di un candidato (quello di centrodestra, ndr) non può far cambiare tutto. Nonostante tutto è stata convocata un'assemblea che ha confermato la mancanza di presupposti", spiega Grasso. E ci tiene a sottolineare: "Non abbiamo né rancore né odio, Gori ha una visione distorta". E sulla diversità di politiche tra LeU e il candidato Pd ricorda: "Gori, ad esempio, ha appoggiato il referendum autonomista promosso da Maroni".  Insomma, "noi parliamo di politica di sinistra e le sue promesse non ci risulta che siano state mantenute". Un esempio? "non sono state evitate le divaricazioni o ridotti i ticket sanitari, quindi non c'è fiducia".

Diversa la situazione in Lazio: "Ho convocato anche lì un'assemblea dei delegati regionali che mi hanno dato un mandato per trattare con il presidente Zingaretti, che ricordo che è in carica, per portare avanti politiche di sinistr", dice Grasso sottolineando come da Zingaretti possano arrivare "segnali di discontinuità. Si può ritenere che una svolta a sinistra possa essere il suo programma".

UNIVERSITA' - Sulla sua proposta di eliminare le tasse universitarie, che tanto ha fatto discutere, Grasso sottolinea: "Intanto sono veramente felice che si metta l'università al centro, è importante perché è il futuro del Paese. Nessuno vuole eliminare il pagamento delle tasse ai fannulloni, a chi non studia, ma si vuole dare la possibilità di considerare il diritto studio un diritto universale". E ricorda come le percentuali in Italia di laureati siano di gran lunga inferiori alla media Ue

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