Elezioni 2018, Meloni: "No alleanze con altri partiti"

La leader di FD'I lancia il patto anti-inciucio Elezioni 2018, la strategia di Berlusconi (incandidabile) per entrare in Parlamento

Giorgia Meloni (ImagoEconomica)

Giorgia Meloni (ImagoEconomica)

Roma, 12 gennaio 2018 - Berlusconi parla apertamente di larghe intese: dice che è pronto a farle, se la sinistra firma il programma. 

«Mi pare ottimo. Conferma la determinazione di Forza Italia a fare un governo di centrodestra», assicura Giorgia Meloni, leader di Fd’I.

E se invece il Pd, com’è naturale, non lo firmasse e qualcuno volesse farle lo stesso?

«Per questo c’è il nostro patto anti-inciucio. Una proposta che ho fatto domenica al vertice di Arcore e su cui ho trovato gli altri leader d’accordo. I candidati del centrodestra firmeranno una dichiarazione in cui si impegnano a rispettare il vincolo con gli elettori che li hanno votati: un impegno che ritengo fondamentale per chi viene indicato nei collegi uninominali su cui tutti mettiamo la faccia, ma deve essere fatta da ogni candidato».

Non rischia di essere un impegno morale?

«Sicuramente è un impegno morale. Però non è una questione da risolvere con il notaio: è un fatto tra noi e gli italiani. Ciascuno si prende la responsabilità di assumere quell’impegno e, eventualmente, di tradirlo. Ma di tradimento comunque si tratta: per questo l’impegno sarà preso davanti alle telecamere in una grande manifestazione ai primi di febbraio, quando cioè saranno chiuse le liste. A me interessa che tutte le persone che candidiamo guardino in faccia il popolo italiano e dicano: io solennemente dichiaro di prendermi questo impegno. Un vincolo che io sono sicura di rispettare, come i miei parlamentari. Fd’I è l’unico partito in questa legislatura che non si è seduto a trattare con Renzi».

Mettiamo che il centrodestra vinca ma non abbia la maggioranza per governare: in base al patto, deciderete insieme se allearvi con qualcuno?

«Certo. Non è comunque questione di alleanze. Se non ci fosse la maggioranza si può ragionare con le singole persone non con i partiti per vedere se qualcuno può dare l’appoggio esterno e valutarti sui singoli provvedimenti».

A proposito: anche i 5 Stelle avevano parlato di un patto anti-trasformismo.

«Io sul modello dei 5 Stelle, che è il modello della dittatura, non scendo. A loro serve multare la gente perché cambiano idea continuamente e hanno bisogno di persone che si adeguano, per timore di perdere soldi. L’unica cosa seria che si può fare, e noi ci batteremo per farlo, in caso di vittoria, è l’introduzione del vincolo di mandato in Costituzione».

Qual è la proposta?

«Tu hai legittimamente la possibilità di cambiare casacca, cioè di scegliere di aderire a un altro partito ma in quel caso decadi e ti fai rivotare dal partito nuovo. Altra cosa concreta che si può fare è modificare i regolamenti parlamentari per impedire che si costituiscano gruppi che non nascono da partiti che si sono presentati alle elezioni.

Uniformando le regole della Camera al Senato?

«Sì. Questo calmerebbe molti bollenti spiriti».