Di Maio all'attacco dei sindacati: "O si autoriformano o lo facciamo noi"

La replica della Camusso: "Linguaggio autoritario e insopportabile"

Luigi Di Maio, candidato premier del Movimento 5 Stelle (Ansa)

Luigi Di Maio, candidato premier del Movimento 5 Stelle (Ansa)

Torino, 30 settembre 2017 - Luigi di Maio, appena candidato premier del Movimento 5 Stelle, comincia già a parlare di riforme. Nel mirino dell'aspirante presidente del Consiglio ci sono i sindacati. "Se il Paese vuole essere competitivo le organizzazioni sindacali devono cambiare radicalmente. Dobbiamo dare possibilità alle associazioni giovanili di contare nei tavoli contrattazione, serve più ricambio nelle organizzazioni sindacali. O i sindacati si autoriformano o quando saremo al governo faremo noi la riforma", ha detto Di Maio al Festival del Lavoro a Torino. "Un sindacalista che prende la pensione d'oro o finanziamenti da tutte le parti ha poca credibilità per rappresentare un giovane di trent'anni", ha aggiunto Di Maio. 

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Il candidato premier ha aggiunto: "Serve una manovra choc sul costo del lavoro. Dobbiamo dare possibilità alle imprese e agli studi professionali di assumere per fare riprendere l'economia e dare gettito allo Stato. Così potremo pagare il debito e fare ulteriori investimenti per abbassare il costo del lavoro. Facciamo un pò di deficit produttivo, investiamo nell'abbassamento del costo del lavoro, investiamo nei settori ad alto moltiplicatore e così rimetteremo in moto l'economia", ha continuato.

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Non si è fatta attendere la risposta di Susanna Camusso, che ha definito l'attacco del candidato 5 stelle "un linguaggio autoritario e insopportabile". "Non è il primo che lo dice ( di riformare i sindacati, ndr). Ce n'è stato un altro che poi ha fatto il jobs act", ha detto la Camusso che ha aggiunto: Di Maio "dimostra tutta la sua ignoranza ma insieme l'arroganza di chi crede che il pensiero sia solo di chi governa e non riconosce la rappresentanza". Parlando a Roma a margine della manifestazione della Cgil contro la violenza sulle donne, Camusso ha detto: "Stiamo tornando all'analfabetismo della Costituzione, perché la libertà di associazione è un grande principio costituzionale". Di Maio "dice cose che non sa. Non sa come è fatto un sindacato, non sa che non è un'organizzazione statuale di cui decidi le modalità organizzative, è una libera associazione. Non sa che il sindacato cambia in continuazione, perché a differenza di altri soggetti, è radicato nei luoghi di lavoro ed è composto da decine di migliaia di militanti". Il segretario ha concluso affermando che "il segno è quello di ridurre la partecipazione alla democrazia".

"Rispetti l'autonomia dei sindacati", risponde da parte sua il ministro del Lavoro Giuliano Poletti. "M5s vuole sussidi e mette in discussione l'articolo 1", dice Matteo Renzi. Con Di Maio si schiera invece Roberto Fico: "A volte i sindacati sono stati più vicini ai governi che ai lavoratori".

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