Mercoledì 24 Aprile 2024

Il decreto sicurezza è legge, ecco cosa prevede

Dal Daspo urbano alla flagranza differita alla stretta anti-spaccio: cosa prevede la legge. Frizioni nel Pd, Manconi e Tocci: "Norme inutili e gravi"

Il Senato durante il voto di fiducia sul decreto sicurezza (Ansa)

Il Senato durante il voto di fiducia sul decreto sicurezza (Ansa)

Roma, 12 aprile 2017 -  Dopo l'ok della Camera al decreto immigrazione, l'Aula del Senato ha dato il via libera al disegno di legge di conversione del decreto sicurezza, per il quale il governo ha chiesto il voto di fiducia con 141 sì, 97 no e 2 astenuti. Anche questo secondo provvedimento diventa definitivo.

FRIZIONI NEL PD - Una parte del Pd, oltre agli scissionisti di Mdp, non ci sta. Nel voto sono risultati assenti 5 senatori dem: Maria Teresa Bertuzzi, Vincenzo Cuomo, Salvatore Margiotta, Luigi Manconi e Walter Tocci. Gli ultimi due, Manconi e Tocci, subito dopo il voto, hanno dichiarato di non aver voluto esprimersi a favore del provvedimento perché contiene "norme inutili e gravi nei principi" visto che sono per lo più contro i poveri e introducono "un ossimoro perverso" come quello dell'arresto in flagranza differito.

E il capogruppo Pd alla Camera, Ettore Rosato si toglie un sassolino dalla scarpa anche riguardo ai 'colleghi' di Mdp, che hanno dato voto  contrario al decreto. Un voto che, per Rosato, "destabilizza il governo:  loro dicono sempre che vogliono stabilizzare il governo. Ma votare contro i decreti non è un modo per stabilizzare il governo".

PRESENTI E ASSENTI - Pur essendo presenti in Aula, non hanno preso parte al voto: Dario Stefano (ex Sel ora nel Misto), Maurizio Romani e Alessandra Bencini (Idv), Luis Alberto Orellana (ex M5S ora nel gruppo Autonomie). Tra gli assenti anche l'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, solitamente presente ai voti di fiducia, e le due esponenti di "Fare!" Patrizia Bisinella e Raffaella Bellot. I verdiniani invece si dividono: in 8 votano contro il decreto, 7 non si presentano e 1 risulta in congedo.

LE NOVITA' -  Più poteri ai sindaci, istituzione del Comitato metropolitano, 'daspo' urbano sul modello di quello pensato per gli ultrà del calcio, misure anti spaccio e di contrasto al fenomeno dei writers, arresto in flagranza differita: ecco alcune delle principali novità contenute nel decreto sulla sicurezza urbana approvato oggi dal Senato e che mira a "prevenire i fenomeni di criminalità diffusa" e a "promuovere la legalità" e "il rispetto del decoro urbano".

In particolare nasce un organismo ad hoc, il Comitato metropolitano, copresieduto dal prefetto e dal sindaco metropolitano, deputato all'"analisi", alla "valutazione" e al "confronto" sui temi di sicurezza urbana. Al Comitato partecipano, oltre al sindaco del comune capoluogo, qualora non coincida con il sindaco metropolitano, i sindaci dei comuni interessati. Gli "interventi per la sicurezza urbana vengono individuati con appositi patti per la sicurezza sottoscritti tra prefetto e sindaco.

Quanto poi al Daspo urbano, può colpire chi impedisce "la libera accessibilità o la fruizione" di aree e infrastrutture pubbliche, viene trovato in stato di ubriachezza, compie atti contrari alla pubblica decenza o esercita abusivamente l'attività di commerciante o di posteggiatore, paga con una sanzione amministrativa da 100 a 300 euro e con l'allontanamento. In caso di reiterazione delle condotte 'incriminate, il questore può disporre "con provvedimento motivato", per un periodo da 6 mesi a due anni, un vero "divieto di accesso" all'area o all'infrastruttura in questione.

Applicando poi la flagranza differita,  è possibile l'arresto nel caso di violenza alle persone o alle cose, in occasione o durante manifestazioni pubbliche. La flagranza differita scatta solo per i casi in cui è obbligatorio l'arresto, ed entro 48 ore dal fatto. Inoltre del reato deve esserci documentazione video o fotografica.  Norme più dure anti-spaccio:  per i pusher condannati per vendita di sostanze all'interno o nelle immediate vicinanze di locali pubblici il questore può disporre il divieto di accesso agli stessi locali per un periodo da uno a cinque anni, nonché l'obbligo di presentarsi almeno due volte a settimana presso il locale ufficio della polizia o dei carabinieri. E ancora, previste multe salate, da mille a 3.500 euro, anche per i parcheggiatori abusivi. E se nell'attività sono impiegati minori, o nei casi di reiterazione, la sanzione raddoppia. Infine, il decreto modifica l'articolo 639 del Codice penale prevedendo che il giudice possa disporre l'obbligo di ripristino e di ripulitura dei luoghi per chi si macchia di atti contro il decoro urbano.