Veto alle Miss: Pd diviso

La decisione della sindaca Pd di Crema, Stefania Bonaldi, di non dare il patrocinio del Comune a concorsi di bellezza ha fatto discutere. La prima cittadina ha motivato la scelta dicendo che "umiliano l’estetica femminile"

Il sindaco di Crema Stefania Bonaldi

Il sindaco di Crema Stefania Bonaldi

Crema, 19 agosto 2017 - «La mia città non sarà sede di un concorso di bellezza. Sono contro manifestazioni che vogliono mettere in mostra solo l’aspetto esteriore e solo quello delle donne. È tempo che le persone vengano percepite nel loro insieme e non solo perché sono ‘belle’ da vedere». 

Stefania Bonaldi, sindaca di Crema ed esponenente del Pd riconfermata al ballottaggio, comincia il suo secondo mandato con una battaglia dal sapore femminista che comunque vuole ribadire il valore delle donne, in generale della persona, al di là di stereotipi fuorvianti. Una battaglia condivisa dalla giunta (quattro maschi e tre donne) e anche dalla figlia diciassettenne che tifa per la mamma e che sembra le abbia fornito lo spunto per questa iniziativa. 

Sindaca, come mai questa idea di non concedere spazi comunali e patrocini per concorsi di bellezza che a Crema, ci risulta, non sono mai stati fatti (in spazi pubblici)?

«Sono abbastanza colpita dal clamore mediatico di questa vicenda, nata perché una giornalista ha letto un mio commento su Facebook, postato sulla pagina di un comune amico e ha ritenuto di approfondire. Ma facciamo chiarezza: il no è ai patrocini, cioè al sostegno, morale o materiale, cioè in contributi diretti o agevolazioni, dell’amministrazione. L’uso di spazi pubblici non può essere interdetto; certo nel caso di specie non godrebbe di alcun vantaggio in termini di oneri accessori (occupazione di suolo pubblico, oneri per pubblicità, etc)». 

Ha forse avuto richieste del genere?

«Sì. In passato per tre volte siamo stati contattati da organizzazioni esterne che proponevano eventi del genere, dichiarando che si trattava di selezioni per concorsi di prestigio». 

Lei afferma che ne ha parlato in giunta. Prima di andare in ferie? 

«I dinieghi risalgono al mio precedente mandato, non abbiamo ricevuto richieste quest’anno. Ma la sensibilità della giunta non è mutata». 

Che cosa la disturba di un concorso di bellezza? 

«Nulla di personale, nessun furore ideologico o integralista, come amministratore e come madre ritengo solo che si debbano sostenere e proporre iniziative volte a valorizzare altre dimensioni. Viviamo in un mondo che ha fatto del culto per il corpo e per l’esteriorità un mito. Questo conduce anche a degenerazioni, penso ai temi, dolorosissimi, dei disturbi alimentari legati anche alla esasperazione dei canoni estetici. Chi vuole proporre questi modelli e questa cultura è libero di farlo, semplicemente non con l’avallo o il sostegno della nostra amministrazione». 

Vieterà anche le sfilate di moda? In fondo anche queste sono esaltazione del corpo, oltre che del vestito...

«Posto che, come ho spiegato prima, non ci sarà alcun divieto per i concorsi di bellezza, questa allusione alle sfilate di moda mi appare una conclusione talebana. Ovviamente no. La moda è una espressione dell’ingegno, della creatività, dell’estro, oltre che essere elemento di traino del nostro Paese. Non c’entra nulla con i concorsi di bellezza».

Qualcuno ha ironizzato sul fatto che una delle liste che la sostengono si chiami Crema città della bellezza. Sarà sostituita da Crema città dell’intelligenza (se permette la battuta, naturalmente)? 

«Sorrido, ma le rispondo con questa frase pungente di Rita Levi Montalcini: ‘Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai vinto un concorso di bellezza’. Ecco, diciamolo forte alle nostre adolescenti di oggi, io a mia figlia lo ricordo tutti i giorni. L’esistenza poggia su altre fondamenta che sono non quelle dell’esteriorità».

Ma c’è anche chi ironizza, ricordando che Crema e il cremasco mirano a diventare la capitale della bellezza, vista la concentrazione e l’importanza di fabbriche di cosmesi. Più esteriorità di così...

 

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