Roma, 6 gennaio 2018 - E' ancora alta tensione tra il ministro Carlo Calenda e il segretario Pd Matteo Renzi su un tema spinoso come il Canone Rai. A scatenare la polemica era stata ieri un'indiscrezione che vedrebbe l'ex premier intenzionato ad eliminare la tassa della tv pubblica. Intenzione bollata da Calenda in un Tweet come "presa in giro". Il ministro oggi, sempre su Twitter torna sul tema e a chi gli fa notare che, sul canone Rai, "oggi abbiamo la truppa renziana che accusa Calenda di voler fare il premier delle larghe intese, difendendo Mediaset", risponde: "Lo fanno ogni volta che devio dalla linea ufficiale o esprimo pensiero autonomo. Triste e squallido ma tutto sommato innocuo". E poi, in un altro tweet, sottolinea che "sarebbe utile definire insieme il come e perché di un cambiamento di linea sul canone prima di trasferirlo ai giornali".
Film già visto Mario. Lo fanno ogni volta che devio dalla linea ufficiale o esprimo pensiero autonomo. Triste e squallido ma tutto sommato innocuo. Anche perché ho detto con grande chiarezza dove mi colloco politicamente. https://t.co/vfIiLI2Tlb
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) 6 gennaio 2018
Dopo le ricostruzioni di stampa, Renzi stesso, che alla guida del governo aveva introdotto il canone Rai in bolletta, era intervenuto ieri per chiarire la sua posizione. "CanoneRai prima del nostro governo aumentava ogni anno. Nel 2014 era a 113 euro. Adesso è a 90 euro. Pagare meno, pagare tutti. Si può garantire servizio pubblico abbassando i costi per i cittadini: abbiamo iniziato a farlo, continueremo. Non facciamo proclami, noi parliamo coi fatti", aveva scritto su Twitter.
#CanoneRai prima del nostro governo aumentava ogni anno. Nel 2014 era a 113€. Adesso è a 90€. Pagare meno, pagare tutti. Si può garantire servizio pubblico abbassando i costi per i cittadini: abbiamo iniziato a farlo, continueremo. Non facciamo proclami, noi parliamo coi fatti
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 5 gennaio 2018