Sabato 20 Aprile 2024

Cacciari: "L'Ulivo è fallito. Prodi non può incollare i cocci"

"Il Professore vuole fare il collante? Ma a sinistra ci sono rotture insanabili, anche peggio di allora. Pisapia? Non prende un voto. E Berlusconi è ridicolo: vuole rifare quello che fece 20 anni fa"

Massimo Cacciari

Massimo Cacciari

Bologna, 18 giugno 2017 - Le anime della sinistra si moltiplicano e Romano Prodi tenta di fare il collante, il «vinavil». Massimo Cacciari, ex Pci e Margherita, scuote la testa: «Come fa, uno come lui, a credere che mettendo assieme i cocci si fa un vaso nuovo?». Non approva il tentativo dell’ex premier di far convergere le tante sinistre su un programma comune? «Mi sembra ci abbia già provato. Ha avuto risultati buoni, ma solo per battere Berlusconi. Quando Prodi si è trovato a governare è andata molto peggio». Non crede che bisognerebbe tornare all’Ulivo? «Magari per vincere, ma non per governare... La storia non è magistra vitae, ma qualche regolarità dovrebbe insegnarla soprattutto a uno come come Prodi che qualche libro l’ha letto... Ci sono più differenze nella sinistra di oggi che ai tempi dell’Ulivo». Non c’è «vinavil» che tenga? «Ma come si può pensare di incollare Renzi con Speranza, Bersani e D’Alema dopo tutto quello che è successo?». Prodi le ha definite rotture personali micidiali... «Appunto. Era già un’alchimia incredibile e fallita quella di rattoppare Prodi con Bertinotti e soci. Figurarsi oggi. Ma ne potremmo vedere di tutti i colori. A sinistra come a destra. Ormai siamo alla liquidazione di ogni strategia e idea. E quello che si metterà in piedi sarà solo qualcosa per seguire la sacra fame del potere. Mi sembra strano che una persona come Prodi si metta su questa strada». Prodi dice di non voler fare il leader. Allora perché tanto attivismo?  «Beh, finché si vive è difficile stare fermi...». Renzi farà il famoso listone da Calenda a Pisapia? «A lui va bene tutto... Fino a oggi si era mosso per una grande coalizione con Berlusconi, poi vedendo che l’accordo sulla legge elettorale non gli riusciva ha cominciato a dire evviva Pisapia. Da uno così possiamo aspettarci di tutto». Pisapia, comunque, lancerà il suo nuovo soggetto politico il 1° luglio, mentre al Brancaccio si è vista una parte del fronte del No al referendum. «Pisapia? Non porterà un voto. E gli altri ormai sono in diecimila. Colpa della società liquida, dove ognuno fa il suo movimento». Non crede che tutti questi movimenti potrebbero unirsi? «In questi movimenti ci sono persone che non rappresentano nulla se non loro stessi. Ognuno è un capo e, tra capi, è difficile mettersi d’accordo».  Che fine hanno fatto la destra e la sinistra? «Le grandi famiglie europee sono finite, ma siamo pazzi a credere che possano essere sostituite da movimenti deboli». La destra sta facendo qualcosa di simile al ’94? «Il tentativo di Berlusconi di rieditare con la Lega quello che fece più di 20 anni fa è ridicolo. Ormai siamo all’esausta ripetizione inerziale di gesti, atti e linee già percorse e fallite. Se si uscirà da questa crisi, non ce la faremo con sommatorie di Pisapia, D’Alema, Renzi da una parte; Salvini, Casapound, Salvini e Fd’I dall’altra».  Magari verrà fuori un Macron italiano? «Non lo so. È dalla caduta del Muro di Berlino che non prevediamo nulla». Renzi potrebbe fare sia il segretario del Pd sia il premier? O, come Prodi, boccia il doppio ruolo? «È impossibile, non si può fare seriamente il premier e il segretario del partito. Ma non essendoci partito si può fare sia l’uno sia l’altro...». Visto lo scenario che ha disegnato per chi voterà?  «Per il Pd. Che cosa vuole che voti: Grillo o Salvini?».