Maria Elena Boschi batte Salvini, scintille in tv

"Signorina" e "giovanotto", il ministro non scappa nel confronto a Otto e Mezzo. Pace e sorrisi sul Milan

Maria Elena Boschi e Matteo Salvini (Ansa)

Maria Elena Boschi e Matteo Salvini (Ansa)

Roma, 8 ottobre 2016 - Non si sarebbe dovuto tenere il confronto sul referendum tra il ministro Maria Elena Boschi e il leader della Lega Matteo Salvini. La Boschi aveva deciso di dare forfait a Otto e mezzo , come al solito condotto da Lilli Gruber, su La7, ma non certo per paura. I motivi, questa volta, erano di pura strategia mediatica. Tutto si decide, ormai, nella war room del premier e con i suoi consiglieri.

Renzi e i suoi, infatti, non sono rimasti affatto contenti di come è stato ‘trattato’ il ministro alle Infrastrutture, Graziano Delrio, martedì a Di Martedì , la trasmissione condotta, sempre su La7, da Giovanni Floris. L’argomento era il Ponte sullo Stretto, tema molto caro al premier. Troppa ostilità preconcetta, il giudizio del premier. Da qui la decisione presa e comunicata a La7: "Se non tutelate i membri del governo e usate ostilità preconcette nei loro confronti, ritiro la prima linea dei miei dai vostri talk". Detto, fatto. La Boschi, di cui La7 aveva annunciato la presenza, si ritira. E nasce il malinteso. Per lo staff della Boschi l’ok iniziale era provvisorio, Salvini aveva capito che era definitivo. Il leader leghista, ovviamente, non si lascia scappare l’occasione e lancia su Twitter l’hashtag #boschiscappa . Il caso irrompe sulla Rete. A quel punto, la ministra reagisce contro-sfidando: "Salvini dice che scappo dal confronto? Ok, cambio agenda e ci vediamo lì"

Salvini controreplica piccato ("non ho parole. Boschi ha cambiato idea"), ma a quel punto è già arrivata l’ora di mettersi davanti alla tv dove volano scintille, accuse, colpi di spillo e di maglio tra i due. Salvini chiama il ministro "signorina" e lei replica, sagace, che "allora lui è un giovanotto"... La Boschi vuol parlare di riforme ("non le facciamo per spaccare l’Italia, ma solo con il Sì il Paese va avanti"), ma Salvini attacca su Banca Etruria (e verrà rimproverato, fuori, onda dalla conduttrice: "Eravamo d’accordo che avremmo parlato di referendum") per il ruolo da vicepresidente del padre del ministro e degli azionisti non risarciti. Boschi contrattacca: "Vedo che Salvini non vuole entrare nel merito dei quesiti, ma il referendum non è su mio padre o sulle sanzioni che lui ha pagato come tutti perché la giustizia è uguale per tutti". Poi sembra perdere le staffe ("Salvini è dall’inizio che parla d’altro, provoca e fa sorrisini"), mentre il leader leghista dà a Renzi del "bugiardo" e dice: "Voglio mandarlo a casa". "Tra un po’ diranno che con il Sì il Milan vincerà lo scudetto", sbotta Salvini, ma qui si apre l’unico squarcio di carinerie tra i due; con la Boschi che dice «almeno su questo siamo d’accordo, siamo entrambi milanisti» e Salvini che, fuorionda, la invita ad andare allo stadio. Anche se l’impressione, volendo restare nel linguaggio sportivo, è che la palla in rete nello scontro tv l’abbia messa la Boschi.

Resta da capire come si dispiegherà la strategia mediatica del premier. Renzi sembra preferire la Rai, dove verranno disseminate, su tutte le reti, molti confronti, dove il Tg1 imbastirà una fascia preserale per dibattiti ad hoc e Politics di Semprini, i cui indici di ascolto precipitano sempre più verso il basso, verrà trasformato in un contenitore referendario più simile a una Tribuna politica che a un talk show. Martedì Renzi dovrebbe essere intervistato da Semprini, l’ex direttrice Tg3 Berlinguer e Tommaso Cerno.