Ballottaggio, flop Pd. Le comunali sono una Caporetto

Il centrosinistra perde i ballottaggi principali. Serie di voti choc nelle regioni rosse Ballottaggio, Renzi nega l'evidenza. "Non è suonato l'allarme"

Federico Sboarina, nuovo sindaco di Verona (Ansa)

Federico Sboarina, nuovo sindaco di Verona (Ansa)

Roma, 26 giugno 2017 - Addio Genova bella. Addio Stalingrado di Sesto. Macerie anche all'Aquila. In una notte crudele, il capoluogo della Liguria per la prima volta passa alla destra (vince Marco Bucci), la vecchia culla comunista lombarda si ribalta rovinosamente (festeggia Roberto Di Stefano), e anche la città simbolo del terremoto si ribella al centrosinistra: Pierluigi Biondi (Fratelli d’Italia), staccato di 12 punti al 1° turno, supera Americo Di Benedetto (vincitore di primarie di coalizione, erede politico di Massimo Cialente, il sindaco del sisma 2009 in sella per due mandati).

Per il centrosinistra, un incubo. Al Nazareno le luci sono basse. Il Pd erede della tradizione Pc-Pds attende la tornata di ballottaggi senza neppure approntare la sala stampa. Quasi una negazione del passato. Forse perché la storia cambia e non tollera rendite. Anzi, le fa saltare in aria proprio nelle città, il luogo privilegiato della tradizione che nasce rossa e poi sfuma in tinte meno accese. Su tre capoluoghi di Regione e ventidue capoluoghi di Provincia ai ballottaggi, il centrosinistra largamente inteso – come somma algebrica di Pd, sinistre radicali, civiche ‘compatibili’ e pezzi di centro dialogante – colleziona una figura assai magra in una domenica dall’affluenza in calo. Ha votato meno di un elettore su due. Padova (vince Sergio Giordani), Taranto e Lecce regalano tre sorrisi inattesi.

Ballottaggio, Renzi nega l'evidenza. "Non è suonato l'allarme"

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Per il resto sono mazzate, da Gorizia a La Spezia, la casa dell’antirenziano Andrea Orlando. Male anche nelle (ex) regioni rosse. In Emilia-Romagna il Pd perde tutti i ballottaggi (comprese Piacenza e Parma), in Toscana perde Pistoia a favore del centrodestra e Carrara va ai grillini. Che a Catanzaro non ci sarebbe stata partita – a favore del centrodestra – lo si sapeva, ma che persino L’Aquila potesse capitolare, quello no. Un calo verticale della capacità seduttiva che diventa preoccupante dato nazionale. La difficoltà di unificare a sinistra, attrarre al centro, rimotivare astensionisti e delusi, trova plastica dimostrazione in quasi tutti i ballottaggi dove i candidati di area partivano da outsider. A Parma nulla da fare per Paolo Scarpa (travolto da Federico Pizzarotti). A Verona batosta per Patrizia Bisinella, candidata civica di centro (compagna del sindaco uscente Flavio Tosi fuoriuscito dalla Lega), e sostenuta dal Pd: è stata surclassata da Federico Sboarina (centrodestra).

Certo, ci sono le variabili stagionali: votare in un giugno così meteorologicamente avverso e con un quadro politico nazionale di costante fibrillazione – tra legge elettorale che non si fa, sbarchi di migranti in aumento, polemiche sullo ius soli, salvataggi bancari – non poteva favorire chi, sui territori, rappresenta il governo in carica. Senza dimenticare gli esclusi dai ballottaggi, quasi dappertutto i 5 Stelle, decisi a far male al nemico numero uno: Matteo Renzi. Se collettivamente, per il Pd e alleati locali, il risultato è pesante, gli elettori spediscono un messaggio chiaro ai frammentati vertici d’area: finitela di litigare, perché la soluzione non può arrivare dal basso. I rimbrotti della vigilia di Pierluigi Bersani e Giuliano Pisapia a Romano Prodi sono solo un esempio.

In molte città – Genova su tutte – il candidato non era renziano, ma a sinistra del Pd, scelto o subìto pur di ‘unire’. La realtà ha detto altro. Al netto del voto grillino e dell’astensione galoppante, la caduta è rovinosa. E già fioccano le polemiche. "Beh, quanti a sinistra da tempo lavorano per logorare il Pd di Renzi stasera possono gioire. Chiamatela gioia se vi pare", twitta Pierluigi Castagnetti. "La sinistra perde roccaforti storiche. Milioni vanno all’astensione. O si cambia o si muore", replica Arturo Scotto per Mdp.

Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e responsabile enti locali Pd, è l’unico esponente della segreteria a presidiare il Nazareno: "Le sconfitte di Genova e L’Aquila ci fanno male. Padova, Taranto e Lecce sono vittorie importanti". E le critiche di Andrea Orlando? "Secondo me sbaglia. Pensi alla Liguria". La regione dei ko di Genova e La Spezia. Matteo Renzi è fuori sede. A riflettere, dopo una giornata social trascorsa a parlare di sport, da Valentino Rossi a Sebastian Vettel. Il segno di una esibita distanza. In attesa di scelte strategiche. Miguel Gotor (Mdp) lo attacca: "Si è nascosto fuggendo". Ettore Rosato, capogruppo Pd a Montecitorio, non è d’accordo: "Paghiamo un prezzo alle divisioni interne".