Appendino e gli altri sindaci M5S indagati

La lista va oltre Chiara Appendino. Da Virginia Raggi, al primo cittadino di Livorno, Filippo Nogarin e a quello di Bagheria. Qualcosa è cambiato dal caso Pizzarotti

Virginia Raggi, sindaca di Roma

Virginia Raggi, sindaca di Roma

Torino, 17 ottobre 2017 - La sindaca grillina di Torino, Chiara Appendino, indagata per falso ideologico in atto pubblico? Non è la sola. Anzi. Diciamo che si trova in buona compagnia: da Virginia Raggi a Filippo Nogarin fino a Patrizio Cinque. Se prima Federico Pizzarotti, attuale sindaco di Parma, sembrava una mosca bianca e, per non aver informato di un'indagine a suo carico sulle nomine del Teatro Regio (oggi tutto archiviato) è stato spinto a mollare il Movimento 5 Stelle, la storia grillina ha, dal punto di vista dell'etica giudiziaria, 'cambiato verso'. 

VIRGINIA RAGGI E FILIPPO NOGARIN - E quindi, ecco la sindaca di Roma, alle prese con il pasticcio nomine, difesa a spada tratta dai vertici grillini, o il primo cittadino di Livorno, Nogarin, coinvolto nell'inchiesta sulla municipalizzata dei rifiuti, 'graziato' dai piani alti del M5S perché "aveva informato i vertici" del caso.  Due pesi e due misure, aveva accusato Pizzarotti. "Siamo accerchiati", ha attaccato oggi Luigi Di Maio. 

PATRIZIO CINQUE - Certo è che gli indagati tra gli amministratori pentastellati ormai non sono più casi isolati. Prendiamo anche il caso Bagheria, forse il più eclatante. Il sindaco M5S, Patrizio Cinque (già finito nella bufera per aver apostrofato un cittadino con la frase choc "Ti strappo il cuore")  è stato indagato per violazione del segreto d'ufficio, omissione d'atti d'ufficio e turbativa d'asta. Per lui, in un primo momento, era stato disposto pure l'obbligo di firma, poi revocato. Morale: Cinque si è autosospeso, ma i maldipancia tra i grillini duri e puri non sono mancati.   

I PRECEDENTI - E dire che, qualche anno fa, bastava una bufera (anche senza avviso di garanzia) per essere espulsi o cacciati dal Movimento. Ne sa qualcosa Rosa Capuozzo, sindaca di Quarto, mollata dal tandem Di Maio-Fico pur non essendo nemmeno indagata. Un caso diverso, ma con lo stesso esito, è quello dei pionieri del Movimento, come gli allora consiglieri regionali dell'Emilia-Romagna Giovanni Favia e Andrea Defranceschi, cacciati perché indagati  nell'ambito dell'inchiesta 'spese pazze' (ora sono stati assolti, ndr). Ma era il 2012 e il Movimento era tutta un'altra storia.