Roma, 24 settembre 2012 - “Non penso sia una concessione di Bersani: non esiste nessun partito al mondo che fa le primarie dopo le elezioni, sarebbe il guinnes dei primati delle barzellette. Le primarie si fanno prima delle elezioni”. Sono queste alcune tra le prime esternazioni di Matteo Renzi, candidato alle primarie del centro sinistra, durante la trasmissione Porta a Porta.

CHI VINCE LE PRIMARIE IMPONE IL PROGRAMMA - "Chi vince le primarie impone il programma. Se vince Bersani il programma è il suo così come se vince Vendola se ha il coraggio di candidarsi. Gli altri danno una mano’’. Matteo Renzi chiarisce che in caso di sua vittoria sara’ lui a decidere il programma in vista delle elezioni.

“Lo dico fin d’ora: se ci saranno le primarie a doppio turno non faro’ accordi con nessuno”. Matteo Renzi prende le distanze dall’eventuale sistema a doppio turno delle primarie che “non si e’ mai verificato, se non a Firenze”, anche se fu inutile perché “vinsi io al primo turno”. Poi spiega: “se c’e’ il doppio turno decine di persone si vogliono candidare perche’ ci si vuole contare e si baratta l’appoggio al secondo turno. Io non farei accordi con nessuno. Se perdo le primarie non chiedo il premio di consolazione come e’ successo ad altri che hanno chiesto la vicepresidenza della Camera”.

IL RUOLO DI MONTI - Matteo Renzi ritiene che Mario Monti sia destinato “naturalmente a svolgere un ruolo in alte istituzioni italiane e non certo a fare il ministro di Renzi o di Alfano”. Dunque Monti dovrebbe diventare presidente della Repubblica o presidente della Commissione Ue, chiede Bruno Vespa. “La sua sintesi e’ come sempre molto efficace” dice il candidato premier del centrosinistra durante la trasmissione ‘Porta a Porta’. Renzi ha negato di voler chiedere l’eventuale premiership all’attuale inquilino di palazzo Chigi. “Non voglio sembrare arrogante, ma se uno vince le primarie e va alle elezioni non dice ‘siamo soggetti a parte’. Monti ha ridato autorevolezza all’Italia ed e’ quindi naturalmente destinato a svolgere un ruolo in alte istituzionali italiane o europee”.

I PRECEDENTI ROTTAMATORI - Anche Rosy Bindi, Massimo D’Alema e Walter Veltroni, nel loro passato, hanno avuto un ruolo di rottamatori. Rosy Bindi, ricorda Renzi, “nel ‘94 chiedeva un tetto alle candidature per De Mita, D’Alema e Veltroni fecero fuori prima Natta e poi Occhetto”. Renzi ha ammesso che il gruppo dirigente del suo partito “ha moltissimo da dire, e siamo curiosi di ascoltarlo, ma ci facciano la cortesi di dirlo da fuori del parlamento. Lo dico con lealta’, non voglio pugnalare nessuno alle spalle: se vinciamo noi, tocca a noi. Se perdiamo stiamo buoni e tranquilli, ma vorremmo dall’attuale gruppo dirigente la stessa lealta’”.

FIAT - “Marchionne è una persona che ha fatto numeri importanti quando e’ arrivato in Fiat, ma ora ha un grosso peso sulle spalle: ha raccontato una balla agli italiani dicendo ‘ditemi si’ al referendum che investo 20 miliardi e faccio Fabbrica Italia’”. Per Renzi “Marchionne si e’ iscritto al glorioso albo di chi in Fiat ha privatizzato gli utili e pubblicizzato le perdite".

PENSIONI - Matteo Renzi a Palazzo Chigi modificherebbe la riforma del lavoro, ma non quella delle pensioni varate dal governo Monti. Partecipando a Porta a Porta, il candidato alle primarie del centro sinistra ha affermato che “se vincessimo non metteremmo in discussione il principio della riforma delle pensioni e soprattutto non faremmo come il governo dell’Unione che abrogo’ lo scalone Maroni facendo pagare miliardi ai contribuenti”.

Discorso diverso per la riforma Fornero: “quella vorrei modificarla perché è stato un primo passo poco incisivo. Non c'è solo l’articolo 18, ce ne sono centinaia di altri che andrebbero ridotti a 50-60 articoli con un modello simile a quello proposto da Ichino e Morando”, cioè in base al principio della flex-security. E con un particolare focus sulla semplificazione per l’ingresso nel mondo del lavoro.

COPPIE GAY - Matteo Renzi conferma il suo si alle coppie gay sul modello della “civil partnership, che esiste in tutti i paesi europei”, ma ha “molti dubbi” sulle adozioni da parte di coppie omosessuali

D'ALEMA ATTACCA- Se vince Renzi? "Temo che a quel punto non c’è più il centrosinistra". Con queste parole Massimo D'Alema, ospite a Otto e mezzo su La7, 'scomunica' il sindaco rottamatore. "Lui ha detto che vuole allearsi con il popolo, sono frasi non nuove... poi è andata a finire malissimo", dice D'Alema.

"Noi i voti del centrodestra li abbiamo chiesti alle elezioni politiche per battere Berlusconi - aggiunge -, Renzi li chiede alle primarie per battere noi: è questa la differenza. Sono due modi diversi di chiederle". Per D'Alema è Renzi che "appartiene alla nomenklatura", mentre lui è "uno dei pochi che la sua sedia l'ha messa in gioco seriamente".