Venerdì 19 Aprile 2024

SCHEDA / Pistole Taser: come funzionano

Le pistole elettriche "Taser" sparano due freccette collegate tramite dei fili elettrici che producono una scarica ad alta tensione (in genere 50mila volt) ma a basso amperaggio. E' polemica sulla pericolosità di queste armi che anni fa l'Onu classificò come "strumenti di tortura".

Una pistola Taser (foto di repertorio Ansa)

Una pistola Taser (foto di repertorio Ansa)

Roma, 30 settembre. - Le pistole elettriche - più note agli addetti ai lavori come "Taser", dal nome dell'azienda produttrice Usa - sparano due freccette collegate tramite dei fili elettrici al resto del dispositivo producendo una scarica ad alta tensione (in genere 50mila volt) ma a basso amperaggio, rilasciata in brevissimi impulsi ravvicinati. Per ottenere l'effetto desiderato, entrambe le freccette devono colpire il bersaglio, ma non necessariamente la pelle, basta il contatto con gli abiti e in qualsiasi punto del corpo: è possibile toccare il soggetto colpito senza subire l'effetto della scarica perché l'elettricità passa solo per il percorso più breve che unisce le due freccette. L'efficacia del "trattamento" cresce con la distanza tra le due frecce, che proprio per questo motivo vengono proiettate con traiettorie non parallele. Il sistema agisce direttamente sui muscoli facendo cadere a terra la persona per le contrazioni che lo riducono in posizione fetale. Nel giro di 2 secondi anche una persona di corporatura robusta finisce fuori combattimento ma sulla gravità delle possibili conseguenze - legate alla intensita e alla lunghezza della scarica - c'é tutt'altro che unanimità tra gli stessi medici: certo è che a giurare sull'innocuità dell'arma fin qui è la sola casa madre.

TRAGEDIE E POLEMICHE - Classificate pochi anni fa dall'Onu come "strumento di tortura", e ritenute responsabili da Amnesty International di centinaia di decessi da quando sono state adottate da diversi corpi di polizia in tutto il mondo, le pistole elettriche sono state al centro di diversi studi. Uno dei più recenti è quello pubblicato nel maggio 2012 sulla rivista "Circulation": secondo un ricercatore del Krannert Institute of Cardiology, diversi dei 'bersagli' del Taser avrebbero subito nelle ore successive degli arresti cardiaci, in alcuni casi fatali. A Miami Beach, l'8 agosto 2013 un 18enne writer colombiano emigrato in Florida è morto dopo essere stato immobilizzato con una pistola taser da un agente che cercava di impedirgli di disegnare sul muro di un fast food abbandonato. Colpito al petto, è morto dopo il ricovero in ospedale. Nel 2010 c'erano stati altri almeno due episodi mortali nel giro di poco più di un mese: a Sidney, a morire dopo essere stato raggiunto dai 50mila volt sparati dalla pistola di un agente fu un giovane che aveva fatto irruzione armato in un appartamento; a Parigi vittima di una doppia scarica fu un immigrato coinvolto in un tafferuglio con le forze dell'ordine nel quartiere di Colombes. Nel 2007 aveva fatto il giro del mondo e suscitato feroci polemiche il video che mostrava gli ultimi istanti di vita di un immigrato polacco colpito con una pistola elettrica dalla polizia nell'aeroporto di Vancouver: aveva reagito con rabbia per essere stato costretto ad aspettare la madre per 10 ore.