L’Enoteca Pinchiorri sbarca a Dubai, ma gli arabi mettono il ‘velo’ al vino

Vetri oscurati: soluzione diplomatica per aggirare i divieti della fede

Annie Feolde insieme all’esecutive chef Riccardo Monco (a destra) e allo chef di cucina Alessandro Della Tommassina

Annie Feolde insieme all’esecutive chef Riccardo Monco (a destra) e allo chef di cucina Alessandro Della Tommassina

Firenze, 7 febbraio 2016 - Marmi chiari, tovagliati in lino, arredamento firmato da un designer iraniano di gran moda a Londra e un’elegante l’atmosfera tutta italiana. Ma soprattutto, cantina di Giorgio Pinchiorri e cucina di Annie Féolde, la celebre coppia stellata dell’enogastronomia di casa nostra.

Da metà marzo l’Enoteca Pinchiorri sbarca a Dubai, con un raffinato ristorante nel cuore del Financial District. Più di quattrocento metri quadrati per una novantina di coperti, orario da pranzo a cena, per ricreare la magia e l’eccellenza del famoso locale di via Ghibellina a Firenze.

Il ricco e dinamico Emirato Arabo è stato talmente felice di accogliere uno dei marchi più prestigiosi al mondo nell’arte dello stare a tavola, che ha trovato il sistema di non offendere la religione musulmana e il precetto che ne vieta l’alcol.

Perché una cosa è permettere di servire alcolici in luoghi frequentati da occidentali, un’altra è ospitare un locale che si chiama niente meno che “enoteca”.

Ma tant’è, con un po’ di impegno è stato possibile. E mentre a Roma, pochi giorni fa, si sono impacchettate le statue nude per non turbare il presidente dell’Iran Rouhani in visita al premier Renzi, a Dubai ci si appresta a ricevere le casse dei migliori vini e champagne, italiani, francesi e non solo.

"Abbiamo insistito per servire il vino. Del resto, abbiamo spiegato che l’Enoteca Pinchiorri non si può spostare senza le sue etichette – afferma Annie Féolde, che nelle nelle ultime settimane ha fatto spola fra l’Italia e il Golfo Persico –. Abbiamo firmato il contratto da pochissimo, ma siamo già a buon punto e speriamo di iniziare con il soft opening a metà del prossimo mese. E’ una bellissima avventura, anche se davvero impegnativa per i tanti aspetti a cui abbiamo dovuto porre attenzione".

A cominciare proprio dalla questione alcol: "La prima cosa da risolvere è stato l’allestimento, con una sistemazione interna che non consentisse a nessuno da fuori del locale di vedere i clienti con la bottiglia di vino sul tavolo – spiega la signora Feolde –, dopodiché estrema cura al menù, cercando di proporre piatti che permettano abbinamenti anche senza vino. Per esempio, ci sono bevande di succo di melograno molto buone e stiamo pensando a ottimi cocktail non alcolici che possono bere tutti". Proprio per i drink, il bar del locale è arredato con un lungo banco realizzato con un solo pezzo di marmo, di grande effetto scenico.

Ai fornelli, specialmente all’inizio, Annie ha voluto il meglio di ciò che la sua “insegna” può garantire: a cominciare dall’executive chef dell’Enoteca Pinchiorri Riccardo Monco e dallo chef Luca Tresoldi, così come saranno italiani il general manager e il capo pasticcere. E tanto per sognare, dando una sbirciatina alla carta, si annunciano gnocchi di patate farciti di pesto con calamaretti saltati al vino bianco; galletto disossato marinato nel succo di agrumi e servito con carciofi saltati. Con tocco finale di mousse al cioccolato bianco e fondente con nocciole candite.