Mercoledì 24 Aprile 2024

Pil giu, l'Italia resta in recessione «Pareggio di bilancio solo nel 2017»

Nuccio Natoli ROMA. GOVERNO e Istat certificano che la crisi continua. L’Istat ha anticipato che «anche il terzo trimestre il Pil sarà negativo», mentre l’inflazione resterà «vicino a zero». Il titolare dell’economia, Padoan, al termine del Consiglio dei ministri ha invece aggiunto che «il quadro macroeconomico è molto deteriorato, tanto che a fine anno il calo totale del Pil sarà dello 0,3%». Il sottosegretario, Graziano Delrio, però, ha garantito che «non ci sarà manovra aggiuntiva per il 2014». L’ITALIA, comunque, rispetterà quest’anno il tetto del 3% nel rapporto deficit-Pil, mentre per il prossimo si pone come obiettivo il 2,9%. In compenso, il governo si autoassegna due anni in più per raggiungere il pareggio di bilancio, fissandolo al 2017. Sono i cardini della nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (Def) che il governo ha approvato pensando anche alla Commissione Ue. La crisi, inoltre, ha imposto di prendere atto che a fine anno il nostro Pil subirà un nuovo calo stimato allo 0,3% (in primavera era prevista una crescita dello 0,8%) e che nel 2015 la ripresa ci sarà, ma con un modesto 0,6% (le vecchie ipotesi la davano all’1,3%). L’AGGIORNAMENTO (in negativo) del Def diventa la nuova base per disegnare la legge di stabilità (ex finanziaria) valida per il prossimo anno e che, Padoan ha assicurato, «darà spazio alla crescita». Sulla legge di Stabilità poi ci sarà il vero confronto con Bruxelles. Secondo Padoan, l’Ue non potrà ignorare che «siamo in una situazione con circostante eccezionali, crescita negativa per tre anni consecutivi, crescita dei prezzi vicina allo zero. Ciò implica che nell’ambito delle regole europee è lecito immaginare un rallentamento del processo di aggiustamento dei conti pubblici». VOLENDO guardare al bicchiere mezzo pieno, l’avere fissato il rapporto deficit/Pil al 2,9% (contro il precedente 2,3%) “libera” circa 10 miliardi di euro da poter destinare al sostegno della crescita. Lo stesso ragionamento vale per lo spostamento al 2017 del pareggio di bilancio. Quindi, il Def mette nero su bianco la richiesta fatta dal premier Renzi all’Ue, e che si materializzerà con la legge di stabilità, di «più flessibilità e maggiore tempo» per il risanamento dei conti pubblici. Il governo si augura «un normale dialogo con l’Ue», ha sintetizzato Padoan. Una riprova delle difficoltà viene dal rapporto debito-Pil che sarà al 131,6 quest’anno e salirà al 133,4% nel 2015. Il bicchiere mezzo vuoto, invece, è rappresentanto dall’ammissione che la crescita sarà stentata nei prossimi anni, e di conseguenza, altrettanto modesti saranno i risultati positivi, ad esempio, sul fronte dell’occupazione. Altro effetto della crisi è il rallentamento sul versante delle privatizzazioni che quest’anno sarà inferiore al previsto, «ma recupereremo nel prossimo», ha assicurato Padoan.