Martedì 23 Aprile 2024

Pensioni, ipotesi prelievo oltre i tremila euro. Ecco tutte le misure nel cantiere previdenza

Risorse per risolvere il nodo esodati. Il rilancio del prestito GRAFICO: LE TASSE SULLE PENSIONI IN EUROPA

4 - NO TAX AREA PER OVER 75

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Raffaele Marmo

ROMA, 20 agosto 2014 - AUTUNNO caldo, se non bollente, per le pensioni. Il cantiere previdenza, in realtà, non si è mai chiuso, ma in vista della legge di stabilità, governo, Parlamento, parti sociali e addetti ai lavori si stanno già posizionando sui rispettivi fronti, pronti a rimettere le mani a più di un capitolo della riforma varata a fine 2011. I dossier aperti sono molteplici e appare dunque opportuno quantomeno rimetterli in fila. 

PENSIONI D’ORO. In testa alla lista — ne ha parlato anche il ministro Giuliano Poletti — c’è la possibilità di un nuovo intervento sulle ‘rendite d’oro’. Attualmente è in vigore un contributo di solidarietà progressivo (dal 6 al 18%) per le prestazioni sopra i 91mila euro e sopra i 195mila euro. Un ulteriore prelievo, dunque, per produrre risparmi, non può che riguardare anche le pensioni d’argento e forse anche quelle di bronzo, con tagli sugli assegni dai 3.000-3.500 euro mensili in su. In alternativa, torna tra le ipotesi anche il cosiddetto ricalcolo con il più penalizzante metodo contributivo delle rendite alte già liquidate con il sistema retributivo (più vantaggioso) per verificare la corrispondenza tra versamenti e importo della pensione. 

ESODATI. Quel che appare abbastanza certo, è che le risorse recuperate, in tutto o in larga parte, dovrebbero servire a finanziare una soluzione strutturale per gli esodati rimasti senza tutela dalle salvaguardie fin qui varate (compresa la sesta ancora in ballo al Senato). Ma anche in questo caso un conto è la situazione del 2011, un conto diverso sono le nuove crisi aziendali e la flessibilizzazione delle uscite, irrigidite dalla Fornero.

PRESTITO PENSIONISTICO. Restano in campo diverse ipotesi finalizzate a offrire una chance per lasciare il lavoro prima dei tempi fissati nel 2011: dal progetto di legge Damiano-Baretta sui pensionamenti flessibili, che permetterebbe di anticipare la pensione a 62 anni di età e 35 di anni di contributi (con penalizzazioni sull’importo dal 2 all’8%); al rilancio del sistema delle vecchie quote alla base delle ormai cancellate prestazioni di anzianità; fino al cosiddetto ‘prestito pensionistico’ destinato a chi ha perso il lavoro a pochi anni dalla conquista dei requisiti pensionistici (in pratica un anticipo di 6-700 euro mensili da restituire in piccole rate al raggiungimento dell’età pensionabile). 

OPZIONE DONNA. Nello stesso ambito rientra anche la cosiddetta opzione donna: la possibilità di accedere al pensionamento a 57-58 anni di età con 35 anni di contributi, a condizione di accettare il calcolo contributivo dell’assegno (che è meno favorevole). Questa opportunità era stata estesa anche agli uomini, ma la norma è stata eliminata all’ultimo momento dal pacchetto Pa. E ora potrebbe ricomparire nella legge di stabilità. 

QUOTA 96. Dopo la marcia indietro del governo di fine luglio, è attesa per fine mese, anche la soluzione del caso relativo ai prof che avevano raggiunto i requisiti previdenziali a fine 2011, ma che, per le particolari regole della scuola, si sono trovati intrappolati nelle maglie della riforma Fornero.

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