Mercoledì 24 Aprile 2024

Pensioni, si allarga la no tax area

Sulla quattordicesima partita aperta. Il governo promette risorse ma un milione e mezzo non basta ai sindacati

L'incontro tra il ministro del lavoro Poletti e i sindacati (LaPresse)

L'incontro tra il ministro del lavoro Poletti e i sindacati (LaPresse)

Roma, 30 luglio 2016 - NÉ CIFRE , né misure definite. Ma l’impegno politico è forte. Il piano pensioni potrà contare su «risorse rilevanti», assicura il ministro Giuliano Poletti. Di sicuro «non saranno trascurabili», ribadisce il sottosegretario alla presidenza del consiglio Tommaso Nannicini. Musica per le orecchie dei sindacati, che ieri hanno incontrato gli esponenti del governo. Per ora si fidano e vanno in vacanza tranquillizzati. Il momento della verità arriverà il 12 settembre quando si tireranno le somme dopo gli incontri tecnici su mercato del lavoro e previdenza.

A quel punto sarà più chiaro il quadro macro economico e quindi si potrà capire se il governo potrà mettere sul piatto i 2,5 miliardi che chiedono i sindacati, contro il miliardo e mezzo di cui si parla. Si vedrà. «La ripresa del confronto – spiega Nannicini – ci consentirà di individuare le priorità che potranno trovare una risposta avendo più chiari i riferimenti macroeconomici essenziali per la definizione della legge di bilancio». Ma le priorità, concordano tutti, cominciano a prendere forma.

SUL FRONTE previdenza, governo e sindacati hanno concordato sulla necessità di rendere la no tax area uguale per tutti e dunque arriverà a 8mila euro. Si discute anche sull’ipotesi di parificare detrazioni e deduzioni fiscali, che oggi sono più vantaggiose per i lavoratori attivi. Posizioni distanti invece sulla cosiddetta quattordicesima. Il governo vorrebbe rafforzare di 80-100 euro l’assegno di chi già la percepisce (i pensionati da 700 euro al mese); Cgil, Cisl e Uil preferirebbero invece allargare la platea degli aventi diritto fino a chi prende 1250 euro lordi al mese. Si cercherà poi di rimettere in pista e di anticipare di un anno (al 2018) la rivalutazione delle pensioni ideata da Prodi che è più favorevole alle regole attuali decise dal governo Letta. Altro punto su cui trovare una risposta condivisa è quello di rivalutare le pensioni non sulla base del loro valore attuale, bensì su quello che avrebbero avuto se non fossero state bloccate per 10 anni. Sui pensionandi il primo punto da affrontare è quello dei «precoci»: si sta studiando un bonus per restringere il flusso delle uscite. Il governo punta anche a cancellare gli oneri per le rincongiunzioni dei contributi versati in gestioni diverse e allentare i requisiti previsti per chi svolge un lavoro usurante.

SULLE politiche del lavoro (che verrebbero adottate nel decreto correttivo del Jobs act) dovrebbe passare la proposta di sindacati e Confindustria che riguarda gli ammortizzatori sociali. In particolare prevede di considerare la mobilità come una finestra temporale in attesa di una nuova collocazione. Solo sfiorato il tema Ape: la rata del prestito per chi vuole anticipare l’uscita di 3 anni dovrebbe arrivare al 15%. «Apprezziamo le affermazioni del governo, ma aspettiamo settembre», dice Camusso (Cgil). Furlan (Cisl) attende di sapere quanto «ingenti» saranno le risorse, menre Barbagallo (Uil) chiede stanziamenti «rilevantissimi».

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