Mercoledì 24 Aprile 2024

«Antibiotici ai bambini, proviamo a dire no ai genitori»

Intervista di Alessandro Malpelo al vicepresidente della Società Italiana di Pediatria (SIP), Professor Alberto Villani. Gli adulti apprensivi proiettano le loro ansie sui figli e sul medico

Secondo il rapporto Aifa le prescrizioni di antibiotici ai bambini sono più del necessario

Secondo il rapporto Aifa le prescrizioni di antibiotici ai bambini sono più del necessario

Roma, 22 luglio 2015 - Il professor Alberto Villani, responsabile di Pediatria generale e malattie infettive all'Ospedale Bambino Gesù di Roma, vicepresidente della Società Italiana di Pediatria, era in prima fila a Roma alla presentazione del Rapporto dell'Osservatorio nazionale sull'impiego dei medicinali (OsMed).

La metà dei bambini italiani viene gravata di farmaci già prima dei 4 anni. Lo afferma l’Aifa. Che cosa dicono i pediatri?

«Sicuramente vengono somministrati molti più rimedi del necessario. Inutile dare antibiotici per una febbre di natura virale, ad esempio. Ma capita spesso».

Influenza, tosse, allergie, gastroenteriti. Perché tanto accanimento?

«Un certo stile di vita moderno non accetta la malattia. Vogliamo vedere i figli sempre al massimo, al nido, a scuola, in palestra. Sarebbe utile verificare quante volte dietro a una ricetta c’è stata una forzatura da parte della famiglia. Noi raccomandiamo di avere fiducia nei pediatri. Ma non è facile convincere un genitore ansioso, spiegargli che certe manifestazioni sono normali e non patologiche».

Quali altri dati fanno scalpore?

«Il fatto che si profila un’emergenza per i disturbi mentali, dice il direttore Aifa, ci sarà un boom di prescrizioni in questo settore. Sono rimasto colpito perché credo che sarebbe opportuno fare opera di prevenzione».

Prevenzione a quale livello?

«Mi aspettavo una raccomandazione sui vaccini. Le vaccinazioni (morbillo, meningite, pertosse, quelle previste dal calendario) sono in calo, eppure sono utilissime e la spesa per questi prodotti è ininfluente se la si paragona a quel che si spende per il cuore, gli antidepressivi o gli antitumorali».

Bambini come cavie, ma le sperimentazioni sono proibite...

«Il fatto è che i medicinali pediatrici sono quasi tutti off label, sono molecole studiate per gli adulti e adattate con dosi ridotte. I pediatri auspicano più attenzione ai problemi della farmacologia, e hanno fatto concrete proposte di studi clinici, dal neonato all’adolescente».

La chimica alla lunga non può diventare controproducente?

«Questo è il punto, si sono evidenziate differenze di comportamento tra una regione e l’altra. E in quelle dove c’è stata una maggiore spesa, dove si sono prescritti più medicinali, non si sono visti benefici, anzi il più delle volte, paradossalmente, nelle regioni dove si spende meno, i percorsi assistenziali sono virtuosi e la qualità del servizio sanitario risulta complessivamente migliore».

Ma di questo si parla poco...

«E si parla poco di quei piccoli pazienti che hanno malattie rare, deficit enzimatici, tumori difficili, neuropatie che necessitano di cure. Si gettano soldi per adulti che a volte non hanno realmente bisogno, e si trascurano fasce deboli di popolazione, c’è una sproporzione».

Alessandro Malpelo, QN Quotidiano Nazionale

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