Mercoledì 24 Aprile 2024

Pechino magica e low cost

Un'offerta speciale per la metropoli cinese

Pechino, una veduta della città (Olycom)

Pechino, una veduta della città (Olycom)

La mia prima volta a Pechino risale ad almeno 16 anni fa. Già allora c’erano più automobili che biciclette ( nel mio immaginario mi aspettavo un popolo di pedalatori…) e di uomini o donne vestiti 'alla maniera di Mao' con la classica giacca grigia dal colletto alto se ne vedevano davvero pochi. La cosa che più mi entusiasmava era poter entrare nella Città Proibita: conosco a memoria il film 'L’ultimo imperatore' di Bernardo Bertolucci (del 1987) e arrivare a pochi metri da quel trono dietro il quale l’ex imperatore, ormai deposto e anziano, ritrovava il suo grillo col quale giocava quando era bambino mi emozionava.

Fui fortunata, e molto: era una bella giornata di primavera e di turisti ce n’erano pochissimi così mi gustai quel luogo magico. E anche se molto vicino al trono non ci si arriva dato lo sbarramento, l’incanto fu perfetto. E poi feci quel che  ho fatto anche tornando nella Città Proibita anni dopo: mi staccai dal gruppo girando con il naso all’ insù, ammirando i tetti dalle complesse decorazioni e coi piccoli draghi scolpiti, e perdendomi nelle stradine nelle quali correva il piccolo imperatore prigioniero del suo regno.

Un altro posto per me imperdibile a Pechino è Palazzo d’Estate, a una quindicina di chilometri dalla città. Ha fama di essere il giardino imperiale meglio conservato al mondo e il più grande nel suo genere in Cina: di sicuro è stupefacente. Qui si trasferì per un po’ l’imperatrice vedova Ci e non si può darle torto: viene chiamato Yihe Yuan (Giardino dell’Armonia Educata) perché tutto, dai giardini ai padiglioni, ai templi, fu studiato in nome dell’armonia e della bellezza. E’ immenso, e gli edifici più belli sono attorno al Lago Kunming: è una fantastica scoperta percorrere i passaggi coperti, con le stupefacenti vetrate tutte diverse le une dalle altre. La cosa che più sorprende i visitatori è la nave di marmo sul lago! I cinesi in questo parco ci passano la giornata intera quindi se si può si eviti la visita frettolosa 'da turisti' e ci si prenda tanto tempo, per fare anche un giro in barca (non di marmo!). Non c’è da stupirsi se l’UNESCO nel 1998 ha inserito il giardino nel Patrimonio Mondiale. C’è poi una storia che mi ha sempre affascinata e che vale la pena di farsi raccontare se si ha la fortuna di avere una guida appassionata di… gossip reale. E’ la storia dell’imperatrice vedova, quella che qui ci abitava. Che detta così può sembrare la storia di una signora sfortunata che si ritirò nei suoi giardini in solitudine. Invece  Ci o Cixi (1835- 1908) fu la concubina che diventò imperatrice , la penultima prima di Pu Yi, “l’ultimo imperatore”. Di lei si è detto di tutto e di più (la scrittrice Jung Chang la rivaluta nel libro L’imperatrice Cixi. La concubina che accompagnò la Cina nella modernità, Longanesi,  pagg. 576, € 20). 

In pratica, lei prese il potere con un golpe nel1861, e l’hanno accusata di tutto, anche di avere provocato la morte del figlio, che ufficialmente morì di malattia, forse di vaiolo. Fu femminista a suo modo, decretando la fine della barbara usanza di fasciare i piedi alle bambine. Fu vedova (comunque concubina quindi anche il marito se la spassava) forse un poco allegra, si diceva infatti che il suo consigliere, un eunuco, non fosse poi tanto eunuco. Questo è il gossip. Chi è curioso può andare su Wikipedia a dare un’occhiata alla biografia di questa donna sorprendente. Di lei si dice anche che ebbe in dono da non ricordo quale ambasciatore occidentale una delle primissime automobili. Che apprezzò molto. Al punto che, terminata la benzina, la fece andare… attaccandola a una pariglia di cavalli.

Dire tutto quel che c’è da vedere a Pechino è impossibile: è una città a cipolla, da scoprire con calma, anche perché davvero ogni angolo racconta una storia, da Piazza Tienanmen alla vicina Grande Muraglia alle tombe della dinastia Ming. Le ho viste in primavera e in autunno, a distanza di anni, e in quell’incredibile viale ho fatto le stesse foto, a cavallo di quegli enormi animali di pietra, che nel tempo non erano invecchiati (loro no ma io sì…). Un’ultima cosa dirò di Pechino e sempre pescando nei ricordi. Passate un bel po’ di tempo nella Città Vecchia. In primo luogo facendo un giro in risciò: lo guidano gli studenti per raggranellare un po’ di soldi e non fanno fatica perché è elettrico. Il giro vi porta in vicoli che poi percorrerete a piedi, e se avrete una buona guida vi spiegherà come gli scalini delle abitazioni indicassero il rango di chi ci viveva e come certi rialzi sulla soglia fossero stati costruiti per impedire agli spiriti cattivi di entrare. Ecco, una cosa che non ho detto è che a Pechino, come in tutta la Cina, molto è simbolico: i numeri, i colori, gli elementi, le figure rappresentate. Procuratevi una buona guida che vi illustri questo mondo e non preoccupatevi se ne capirete solo una parte: se la Cina vi affascina ci tornerete e pian piano capirete di più.

Vi porteranno a visitare gli hutong le stradine formate da file di siheyuan, le tradizionali abitazioni a corte. Un tempo ce n’erano tante, grandi e con le stanze affacciate sul cortile, ma già nel secolo scorso furono demolite e al tempo di Mao  in quelle  rimaste più famiglie condividevano la stessa abitazione. Ora alcuni hutong sono stati protetti per preservare questo aspetto della storia e della cultura cinese e sono una tappa di ogni giro turistico. La prima volta mi portarono a vedere una di queste case con appunto le stanze affacciate su un cortile abbastanza disordinato, circondato da mura. Stanze semplici, noi visitatori si sedette su delle sedie impagliate, un gatto mi venne in braccio e una signora raccontò di quando tante famiglie coabitavano in quella casa. Anni dopo, almeno dieci, mi portarono a visitare altri hutong e anche qui si andò in una casa, che per me era la stessa. Anche la signora poteva essere quella di anni prima e anche il gatto… Forse è stata l’unica cosa di Pechino che non ho trovata cambiata. Ma se vi innamorerete di Pechino (come è ormai palese che abbia fatto io) non vi stupirete di alcune magie che questa città esercita su chi la cerca con occhi curiosi.

Se poi nella città vecchia ci andate alla sera la troverete zeppa di localini (di giorno chiusi e invisibili) e di ragazzi che passeggiano tenendosi per mano.  Al tempo di Mao non si poteva…Molti parlano inglese e fatevi capire dicendo che cercate una pizzeria. Con un po’ di fortuna vi indicheranno un vicolo dove sembra non esserci niente ma in fondo c’è una porticina mimetica con il muro. Dietro c’è un piccolo giardino. Si arriva a un locale piccolo e carino, senza alcuna insegna, dove per pochi yuan mangerete una pizza buonissima. Questa è la mia Pechino, o almeno una parte. A voi la vostra

 

Pechino  in offerta speciale.

Bisogna affrettarsi perché occorre prenotare entro il 1 agosto ma ne vale la pena. Go Asia (www.goasia.it) propone 6 giorni-4 notti per il periodo 17 agosto-28 ottobre a 490 euro più tasse. Ovvero: 490 euro a persona con partenza da Roma con il nuovo collegamento Alitalia per Pechino, trasferimenti, hotel,  tre prime colazioni, poi alla cifra vanno aggiunti  335 euro di tasse aeroportuali, 165 euro per il visto e 65 euro di quota di iscrizione. In totale sono 1155 euro con la possibilità di prolungare il soggiorno pagandoun supplemento di 45 euro per notte.

 

Per sapere tutto sulla Cina             

Il sito www.turismocinese.it spalanca  le porte della Cina! Informazioni e immagini da non perdere prima di avventurarsi in un  viaggio verso il Celeste Impero