Giovedì 18 Aprile 2024

Caos Emilia, rinviata direzione Pd. Primarie, è tutto da rifare. Prodi: "Io né lì, né altrove"

Direzione Pd rinviata a martedì: in agenda la nuova segreteria. Primarie Emilia Romagna a rischio: Richetti rinuncia, Bonaccini no. Renzi da Roma potrebbe imporre un suo candidato

Matteo Richetti e Stefano Bonaccini (Fotoschicchi)

Matteo Richetti e Stefano Bonaccini (Fotoschicchi)

Roma, 10 settembre 2014 - E' stata rinviata a martedì la direzione del Partito Democratico. La riunione era inizialmente prevista per domani, per decidere la nuova segreteria e affrontare il caos scoppiato ieri in Emilia Romagna. Alla base della decisione ci sarebbe, secondo fonti parlamentari, la possibilità di uno slittamento a domani della plenaria del parlamento per l'elezione dei giudici costituzionali e dei membri del Consiglio superiore della magistratura che oggi rischia di finire con una fumata nera.

Ma c'è anche chi sottolinea il peso che potrebbe aver avuto la bufera scoppiata in Emilia, dopo le inchieste per peculato che hanno coinvolto due dei candidati alle primarie del Pd, il deputato 'renziano' Matteo Richetti (ritirato dalla corsa) e il segretario regionale dei Democratici Stefano Bonaccini (che invece è rimasto al suo posto). 

Sulla vicenda, esplosa nell'ambito delle 'spese pazze' dell'assemblea legislativa regionale, "noi continueremo a lavorare con serietà e in silenzio", ha spiegato il procuratore aggiunto di Bologna, Valter Giovannini. Mentre nel partito si aprono nuovi scenari: il Pd emiliano è già al lavoro per individuare una (o più) exit strategy, nel caso la situazione dovesse precipitare. Si fa avanti l'ipotesi del ‘briscolone’ calato da Roma. In pratica, per cercare di congelare la situazione, Renzi imporrebbe un proprio candidato, unico e unitario. I nomi che tornano in ballo in queste ore sono quelli di Giuliano Poletti, ministro del Lavoro, Graziano Delrio, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, e Daniele Manca, ripescato dopo il ko servito proprio da Richetti e Bonaccini.

Non c'è invece Romano Prodi. "Ogni ipotesi relativa a un coinvolgimento del presidente Romano Prodi nella partita della presidenza della giunta regionale dell'Emilia-Romagna è totalmente destituita di fondamento. Il presidente chiarisce di non essere disponibile a nessun incarico, nazionale o locale", fa sapere l'ufficio stampa del professore smentendo le voci di un suo possibile ritorno in campo per risolvere la questione della candidatura del centrosinistra alla presidenza, alla luce delle inchieste giudiziarie.