Venerdì 19 Aprile 2024

Come funziona il congedo di paternità in Italia

Introdotto nel 2012, un emendamento alla legge di Stabilità estende la misura fino al 2016 e raddoppia i giorni a disposizione dei papà

Neonato (foto repertorio)

Neonato (foto repertorio)

Roma, 22 novembre 2015 - Se il creatore di FacebookMark Zuckerberg, può, e potrebbe comunque, permettersi di prendere tranquillamente due mesi di congedo di paternità per la nascita della figlia, a prescindere da quale legge ci sia in merito nel proprio paese, anche noi 'comuni mortali' da tre anni a questa parte possiamo concederci qualche giorno di stacco dal lavoro per stare insieme alla prole e dare un cambio alla propria compagna nell'accudire il focolare di casa. C'è chi la chiama condivisione della genitorialità. E proprio andando in questa direzione, la commissione Bilancio del Senato ha recentemente approvato un emendamento alla legge di Stabilità, che prolunga la sperimentazione sulla paternità obbligatoria in Italia, iniziata nel 2012, al 2016, raddoppiandone la durata a due giorni più altri due facoltativi. Ma non si è fermata qui. Ha anche riproposto per il 2016 il contributo concesso alle famiglie in forma di voucher per pagare il baby-sitting in quei casi in cui le donne desiderino tornare al lavoro invece che fruire di tutto il periodo di maternità.

Ecco dunque cosa potrà chiedere chi diventerà papà nel 2016:

CONGEDO OBBLIGATORIO - Potrà beneficiare di due giorni di congedo obbligatorio, anche non continuativi, nei cinque mesi che seguono la nascita della prole. In questo caso i giorni possono coincidere anche con quelli di maternità della compagna.

CONGEDO FACOLTATIVO - Qui la faccenda si complica. Infatti, il congedo facoltativo del papà è condizionato dalla maternità della compagna. Ovvero, il padre può stare a casa ad accudire il neonato solo per il numero di giorni 'avanzati' dalla maternità della donna. In pratica, se il padre vuole usufruire di questa opportunità la madre dovrà rientrare a lavoro prima, ma è comunque fruibile anche in contemporanea all'astensione della madre o anche se la madre, pur avendone diritto, non si avvale del congedo di maternità. Il congedo facoltativo deve essere comunque utilizzato entro il quinto mese dalla data di nascita del figlio. A CHI SPETTA - Possono accedere al beneficio: i padri lavoratori dipendenti anche adottivi e affidatari; che si trovino in una delle seguenti condizioni: entro e non oltre il quinto mese di vita del figlio, per eventi parto, adozione e affidamenti avvenuti a partire dal 1°gennaio 2013. QUANTO SPETTA - Il padre lavoratore dipendente ha diritto, per i giorni di congedo obbligatorio e facoltativo, a un'indennità giornaliera, a carico dell'Inps, pari al 100 per cento della retribuzione. CHI PAGA - L’indennità è anticipata dal datore di lavoro e successivamente conguagliata,  se non in quei casi in cui sia previsto il pagamento diretto da parte dell’Inps, come previsto per l’indennità di maternità in generale.

MODALITA’ DI FRUIZIONE - Nei casi in cui sia il datore di lavoro a dover anticipare il pagamento, il padre deve comunicare all'azienda in forma scritta le date in cui intende fruirne, con un anticipo di almeno quindici giorni, e ove richiesti in relazione all'evento nascita, sulla base della data presunta del parto. Se il pagamento invece lo fa direttamente l’Inps, la domanda deve essere inoltrata esclusivamente per via telematica o attraverso i patronati.

Non sarà certo come i quattro mesi di maternità o paternità retribuita nel primo anno di vita del bambino dei dipendenti di Facebook o le 12 settimane che Microsoft concede ai 'nuovi genitori', ma è sicuramente già qualcosa.

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