Parkinson, prima si ferma meglio è

Gli scatti nel sonno, segno premonitore di malattie neurologiche che evolvono in età avanzata. Intervenendo per tempo con farmaci neuro-protettivi si possono prevenire le invalidità più importanti, come i tremori. Uno strumento portatile è in grado di monitorare a domicilio i casi a rischio

Immagine dal sito nella Società Italiana di Neurologia www.neuro.it

Immagine dal sito nella Società Italiana di Neurologia www.neuro.it

Milano, 8 ottobre 2014 - Gli scatti nel sonno possono rappresentare un campanello d'allarme di malattie neurologiche come il Parkinson, più diffuse in età avanzata. Un segnale da prendere subito in considerazione perché intervenendo per tempo si possono prevenire invalidità più importanti, come i classici tremori o i movimenti impacciati. Lo ha affermato Aldo Quattrone, Presidente della Società Italiana di Neurologia (SIN). Grande attenzione dunque ai possibili segni premonitori, come la difficoltà a percepire profumi e odori. Anche certi movimenti a scatto nelle ore del riposo (detti RBD) come urlare o tirare calci durante la fase rem, quando si sogna, non sono incubi ma segni di perdita di coordinamento motorio.

Circa il 60% dei pazienti che manifesta agitazione nel sonno, si è visto, può svelare una tendenza a sviluppare disturbi nervosi nel giro di 10-12 anni. Individuare precocemente questi segnali, i movimenti riflessi (o il calo di sensibilità olfattiva ai profumi e odori) è una grande opportunità, perché consente di sospettare l'insorgenza di disturbi più gravi e di intervenire per tempo con farmaci neuro-protettivi capaci di arrestare o rallentare il decorso del Parkinson. Mai come in questo caso si potrebbe dire che prevenire è meglio che curare. Infatti, quando compaiono i sintomi di scarso coordinamento motorio è già tardi, si sono già perse per strada molte cellule della sostanza nera, l'area del cervello colpita dalla patologia.

Ad oggi la diagnosi clinica di rapid eye movement behavior disorder (RBD) deve essere obbligatoriamente confermata dalla registrazione poligrafica del sonno effettuata in ambiente ospedaliero che richiede il ricovero del paziente per almeno una notte in centri specializzati. Un DAT-scan, una scintigrafia cerebrale, è necessaria per confermare la diagnosi. Al momento, purtroppo, i costi legati alle procedure strumentali più sofisticate sono proibitivi.

Per la prima volta, nel corso del prossimo Congresso della Società Italiana di Neurologia, presentato oggi a Milano, sarà mostrato uno nuovo strumento portatile, di basso costo e facile uso, indispensabile per effettuare la registrazione necessaria. Una specie di Holter che si può fare a casa. Così è possibile individuare i soggetti a rischio, come sono i soggetti che presentano disturbi del comportamento nel sonno, permettendo una precoce diagnosi e terapie con farmaci neuro-protettivi, capaci di arrestare o rallentare il decorso del Parkinson.

Leggi anche Fibrinolisi salvavita in caso di ictus di Alessandro Malpelo