Martedì 23 Aprile 2024

Dove la cultura funziona davvero. Parigi, tempio mondiale dell'arte

Ingressi poco cari, servizi extra e niente scioperi. L'exploit del Louvre

Louvre (Ansa)

Louvre (Ansa)

Parigi, 9 agosto 2015 - MA PERCHÉ vengono tutti a Parigi? Che cosa spinge questa massa vociante e gaudente di italiani, giapponesi, indiani, cinesi, messicani, australiani a occupare alberghi e ristoranti, a dilagare nei musei e nei caffè, ad arrampicarsi in cima alla Tour Eiffel o a navigare sui bateaux-mouches, a mantenere in vita istituzioni vecchiotte come il Lido, il Crazy Horse e il Moulin Rouge e a portare infine nelle casse della città un fiume inesauribile di soldi? Secondo i dati forniti dall’Insee, il turismo produce in Francia il 6,5% dell’intero Pil e impiega a tempo pieno l’8,3% di tutti i salariati del Paese. Con 85 milioni di turisti registrati nel 2014, la Francia è il Paese più visitato del mondo: artefice principale di questo record, Parigi da sola riesce ad attirare 30 milioni di visitatori l’anno. Come? Il motore centrale di questa lucrosa attività – tutti sono d’accordo – è la cultura. Non sono più Renault e Peugeot, Thompson e Dassault, Danone e Saint Gobain a produrre la maggiore ricchezza: sono i musei. Come rivela uno studio di Ernst & Young, la cifra d’affari delle industrie culturali e creative ammonta a 61,4 miliardi di euro l’anno, contro i 60 dell’automobile e i 52 del lusso. Chi ha detto che con la cultura non si mangia? STAR che domina tutte le altre, il Louvre: a un tempo fabbrica turistica e tempio culturale, il museo ha superato ormai i 9 milioni di visitatori l’anno, contro i 7 milioni della Tour Eiffel, i 6 di Versailles e i 4 del Centro Pompidou. Ci lavorano 2mila dipendenti (la metà nel settore della sicurezza). Insaziabile, continua ad allargarsi, a rinnovarsi, a imbellettarsi. Ingrandisce i suoi spazi, ne conquista altri, moltiplica gli eventi, si allarga verso Paesi sempre più lontani, dagli Emirati Arabi alla Cina: una crescita che dà vita a polemiche, ma che nessuno può arrestare. Si va al Louvre non solo per vedere la Gioconda ma per bere l’aperitivo con gli amici, per assistere a concerti e proiezioni, conferenze e sfilate di moda, oppure per frequentare i vari atelier, molti dei quali dedicati ai bambini. E pazienza se l’accademico Jean Clair si ostina a denunciare "l’inverno culturale" e il "sanculottismo perverso" che porta davanti ai capolavori dell’arte masse di visitatori – secondo lui – totalmente incapaci di comprenderli.

QUALI sono le ragioni del successo? Perché Parigi piace agli stranieri? La risposta è evidente: perché tutto il meccanismo è stato rodato e oliato a perfezione nei minimi dettagli. L’organizzazione municipale (40mila salariati) è impeccabile, la città appare pulita e accogliente; 145 mila camere ripartite in 6mila alberghi possono ospitare oltre 350 mila persone, senza contare residence e B&B. I musei sono bene organizzati con biglietterie elettroniche, audioguide, librerie, boutique, caffè e ristoranti. Gli orari sono sempre rispettati. Gli scioperi rarissimi. Le esposizioni temporanee, sempre più prese d’assalto, privilegiano tematiche di sicuro effetto (gli Impressionisti, Picasso): la mostra che il museo d’Orsay ha dedicato a Van Gogh-Artaud, i ‘suicidati’ della società, si è rivelata la più frequentata d’Europa, quasi 1 milione di visitatori. Non basta: con 431 sale cinematografiche e 187 sale dedicate al teatro, all’opera, al balletto e al cabaret, Parigi offre ai turisti una possibilità di scelta infinita. PER QUANTO riguarda il sistema dei trasporti pubblici, nessun problema: è molto facile spostarsi utilizzando le 20 linee della metropolitana, le 5 del Rer (il metro veloce che si spinge fino a 80 chilometri dal centro) e l’esercito di autobus e tram. E i costi non sono esorbitanti. Un singolo biglietto costa 1,80 euro, un carnet di 10 biglietti 14,10 euro. Esistono formule speciali, come ‘Paris visite’, che offrono forfait da 1 a 5 giorni per spostarsi in metro o bus: variano da 11,15 a 35,70 euro. Fatti i conti, Parigi non è poi troppo cara: 15 euro per una giornata al Louvre (ma ci sono riduzioni per giovani, insegnanti e ‘senior’), 11 per l’Orsay, 9 per il secondo piano della Tour Eiffel (15 per arrivare in cima): tutto il resto, dai giardini del Lussemburgo a Montmartre, da Notre-Dame al Quartiere Latino, dal Bois de Boulogne al Marais, è assolutamente gratis.