Venerdì 19 Aprile 2024

Paralisi Consulta, tutti contro tutti Forza Italia nel caos: Catricala si sfila

Ettore Maria Colombo ROMA PRIMA il passo indietro ufficiale comunicato via intervista all’Ansa di Antonio Catricalà. Nome indicato da Berlusconi per Forza Italia e fortemente voluto da Gianni Letta, ma affondato nel voto segreto a favore di Donato Bruno, molto amato dai malpancisti azzurri di Fitto. E proprio i (tanti) voti segreti (120) presi nel segreto dell’urna sono la pietra dello scandalo che ha costretto Catricalà al ritiro. ALGIDO il testo con cui uno dei più alti grand commis di molti governi (Berlusconi, Monti, Letta) annuncia di gettare la spugna: «Ringrazio i parlamentari che mi hanno votato ma chiedo loro di non sostenere la mia candidatura. Non vorrei mettere a rischio la mia immagine professionale e spero che il Parlamento possa più facilmente superare le contrapposizioni». Così, non è solo in pieno caos l’elezione dei giudici laici del Csm. Qui sono stati eletti il vicepresidente ormai già in pectore del Csm, il sottosegretario all’Economia Giovanni Legnini, abruzzese di rito bersaniano, il vicepresidente della Camera Antonio Leone, Ncd (due caselle di nuovo da riempire, peraltro, al governo come a Montecitorio), e l’avvocato aretino Fanfani Giuseppe, nipote del dc Amintore. Tutti gli altri candidati indicati dai partiti sono invece rimasti al palo. Pure l’elezione dei due giudici ‘laici’ della Consulta, che doveva essere molto più facile grazie a un accordo, in teoria ‘blindato’, tra Renzi e Berlusconi su Catricalà e Violante, è tornato in alto mare. Le votazioni riprenderanno lunedì, ma difficilmente si sbloccheranno prima di martedì, quando è, peraltro, previsto e prevedibile un incontro Renzi-Berlusconi. In casa azzurra è scoppiata una bega che prelude scissioni. Contro un’intervista della senatrice-assistente tuttofare del Cavaliere, Mariarosaria Rossi («chi vuole le primarie si accomodi fuori…») si è scagliato il capofila dei ‘ribelli’, Raffaele Fitto: «Lascia allibiti che Berlusconi possa consentire alla Rossi di controllare le patenti sulla legittimità di stare in FI». Ma se FI è più simile al simpatico campo d’Agramante del Pd dei tempi che furono che a un partito in mano al ‘cerchio magico’, neppure nel Pd a trazione renziana tira aria buona. Tanto che qui è tornata in ballo l’indicazione di Violante (458 voti presi, solo un centinaio in meno del quorum, fissato a 570). Pur restando il candidato ufficiale del Pd e pur voluto fortemente dal Colle, Renzi potrebbe scaricarlo per il più affine Augusto Barbera.