Il Papa dai Valdesi, storico incontro

QUELLA DEL 22 GIUGNO 2015 è una data destinata a passare alla storia del movimento ecumenico e dei rapporti tra Chiesa cattolica e protestantesimo, a due anni dalla grande celebrazione dei 500 anni dalla Riforma di Martin Lutero nel 2017. La visita di Papa Francesco al tempio valdese di Torino, infatti, rappresenta un passaggio importante, visto che mai prima d’ora un pontefice aveva varcato le soglie di un tempio della più antica chiesa riformata al mondo (che affonda le radici nella Lione del XII secolo, ben prima di Lutero) e si inserisce nello stile di Bergoglio.

UN INCONTRO reso possibile, va detto, dal grande impegno ecumenico che la Chiesa valdese (integratasi nel 1975 con le Chiese metodiste italiane) ha sempre messo in campo, pur avendo dovuto soffrire secoli di persecuzioni ed essere stata “confinata” nel ghetto delle “Valli valdesi“ (in Piemonte) fino al 1848. Un ecumenismo fatto di affermazione ferma e decisa delle proprie posizioni e dei punti di contrasto, ma senza chiudere mai la porta al dialogo anzi, essendo spesso motore di iniziative in questo senso.  D’altro canto, dopo un lungo “inverno” ecumenico l’arrivo di Bergoglio al vertice della Chiesa cattolica ha riacceso la speranza di riprendere un cammino comune tra le tante confessioni cristiane del nostro Paese e non solo. Questa visita, dunque, sarebbe stata impensabile prima di Bergoglio.

Quindi, ha ragione il moderatore della Tavola valdese, Eugenio Bernardini, quando dice che «sarà un incontro all’insegna della sobrietà e della fraternità ecumenica che negli ultimi due anni abbiamo visto crescere e rafforzarsi» e che «sobrietà e fraternità sono tipiche della tradizione valdese ma anche dello stile di questo papa che, in ripetute occasioni, ha saputo creare un clima di reciproca attenzione, aprendo così una nuova stagione ecumenica». Certo, l’occasione scelta (il pellegrinaggio a Torino per l’ostensione della Sindone e la commemorazione dei 200 anni dalla nascita di don Bosco) non è forse la più ecumenica.

DA PROTESTANTI RIFORMATI,  i valdesi sono contrari alla venerazione di qualsiasi reliquia (così come dei santi e della Madonna) e all’epoca proprio don Bosco non fu certo tenero nei confronti della comunità valdese.  Infatti, mentre Bernardini ha espresso la sua soddisfazione in una nota ufficiale, su Facebook si è aperta la polemica tra alcuni internauti valdesi che si dividono tra chi è favorevole alla visita, chi è contrario per il contesto in cui avviene e chi chiede che nell’occasione a Bergoglio siano fatte presenti tutte le critiche nei confronti della dottrina cattolica, partendo proprio dalla Sindone. Un dibattito destinato a continuare fino e oltre il 22 giugno: comunque una ricchezza e un segno di vitalità di una chiesa democratica come è quella valdese.