Martedì 16 Aprile 2024

Faccia a faccia con il Male

FRANCESCO è un Papa che viaggia relativamente poco, ma quando lo fa sceglie con cura la meta. Pochi al suo posto avrebbero scelto una destinazione secondaria come l’Albania come invece ha fatto alcuni mesi fa, pochi un discorso al parlamento europeo di Strasburgo (non vi parlava un Papa da prima della caduta del Muro), pochi la Turchia in un momento così difficile per un Medio Oriente assediato del Califfato e la sorte dei cristiani perseguitati in mezzo mondo. Francesco è invece uno che ama sorprendere e magari ignora gli inviti da nazioni importanti (una tra tutte, la sua Argentina dove non è tornato e al momento non ha in programma di tornare) e parte in contropiede. Il viaggio di tre giorni che inizia oggi e si conclude domenica in Turchia riveste quindi un significato eccezionale. Duplice, come spesso accade per i viaggi dei Papi. Politico e religioso. Il piano politico è quello che a prima vista colpisce maggiormente. La Turchia è la nazione più vicina al mondo occidentale, direttamente alle prese con il sedicente Califfato, con il quale confina a sud, che si trova a dover affrontare direttamente le conseguenze della guerra civile siriana (prima tra tutte l’emergenza umanitaria dei profughi) guidata da 12 anni da un partito islamico moderato. Le parole del Papa saranno dirette al presidente Erdogan, ma saranno ben ascoltate dai capi dell’Isis. Dovranno essere parole chiare, perché al Papa si addice prima di ogni altro l’esercizio della verità, ma dovranno essere anche di grande equilibrio, nel momento in cui i cristiani sono perseguitati in tutto il mondo come non accadeva da secoli, che ci sono decine di cristiani in mano ai tagliagole islamici, che in un niente la situazione può precipitare e portare a conseguenze tragiche come avvenne otto anni fa dopo il discorso di Ratisbona pronunciato da Benedetto XVI.    VERITÀ e prudenza evangelica, quella che non fa rima con pavidità, saranno le cifre distintive di questi tre giorni. Infine l’abbraccio con il patriarca ortodosso, che Francesco incontrerà per la quarta volta. Già da vescovo di Buenos Aires Bergoglio intratteneva rapporti stretti con gli ortodossi, come con ebrei e protestanti, e in questi tre giorni il cammino ecumenico farà nuovi passi avanti. Il Califfo alle porte esige ancora maggiore unità tra i cristiani.