Giovedì 18 Aprile 2024

SCHEDA / Le 15 malattie della Curia secondo Papa Francesco

Papa Francesco (Olycom)

Papa Francesco (Olycom)

Città del Vaticano, 22 dicembre 2014 - Sono quindici le "malattie" spirituali che Papa Francesco ha elencato alla Curia romana, in occasione della tradizionale udienza per gli auguri, con un invito ad un "esame di coscienza" collettivo in vista del Natale. 

La prima è la malattia del sentirsi "immortale" o "indispensabile": "Una Curia che non fa autocritica, che non si aggiorna, che non cerca di migliorarsi è un corpo infermo", ha detto Bergoglio per poi consigliare una visita ai cimiteri per vedere i nomi di tante persone che "forse pensavano di essere immortali, immuni e indispensabili".

C'è poi la "malattia dell'eccessiva operosità", quella dell'"impietrimento" mentale e spirituale e quella della "eccessiva pianificazione", che porta a diventare "un contabile o un commercialista" e "voler rinchiudere e pilotare la libertà dello Spirito Santo".

Decima malattia, "divinizzare i capi" e corteggiare i superiori, che a loro volta "corteggiano alcuni loro collaboratori per ottenere la loro sottomissione, lealtà e dipendenza psicologica", undicesima, "la malattia dell'indifferenza verso gli altri", dodicesima, "la malattia della faccia funerea", quella delle persone "burbere e arcigne, le quali ritengono che per essere seri occorra dipingere il volto di malinconia, di severità e trattare gli altri - soprattutto quelli ritenuti inferiori - con rigidità, durezza e arroganza".

In questo senso, Francesco invita a essere pieni di humor e autoironici: "Quanto bene ci fa una buona dose di sano umorismo".  Infine, "la malattia dell'accumulare" beni ("I nostri sono un segno di questa malattia"), quella dei "circoli chiusi" ("l'appartenenza al gruppetto diventa più forte di quella al Corpo e, in alcune situazioni, a Cristo stesso" e diventa un "cancro"), e, quindicesima malattia, quella "del profitto mondano, degli esibizionismi", "la malattia delle persone che cercano insaziabilmente di moltiplicare poteri e per tale scopo sono capaci di calunniare, di diffamare e di screditare gli altri, perfino sui giornali e sulle riviste. Naturalmente per esibirsi e dimostrarsi più capaci degli altri".