Martedì 23 Aprile 2024

Il Papa: "Non ci sono i soldi per il lavoro, ma per le guerre sì". Francesco alla Fao

Il Pontefice alla conferenza di Roma ipnotizza i delegati di tutti i governi mondiali. Un forte richiamo ai valori universali dell'uomo

Papa Francesco alla Fao (Olycom)

Papa Francesco alla Fao (Olycom)

Roma, 20 novembre 2014 - "Oggi si dice che tante cose non si possono fare perché manca il denaro", dice il Papa, secondo cui "si sottolineano molto i soldi che mancano per creare lavoro". Ma, afferma nel videomessaggio per il Festival della Dottrina sociale, "il denaro per acquistare armi si trova, per fare le guerre, per operazioni finanziarie senza scrupoli, si trova".

LA VISITA ALLA FAO - Papa Francesco 'ipnotizza' la Fao. Le parole forti del Pontefice sono risuonate a Roma in occasione della seconda Conferenza Internazionale sulla Nutrizione (19-21 novembre). Un forte richiamo ai valori cristiani e di un'umanità che non mercifichi il cibo. 

GRANDI APPLAUSI - Tutte le delegazioni dei governi del mondo hanno battuto le mani quando Francesco ha detto che "l'affamato è lì, all'angolo della strada, e chiede diritto di cittadinanza, di essere considerato nella sua condizione, di ricevere una sana alimentazione di base. Ci chiede dignità, non elemosina". Francesco ha chiesto che "gli Stati s'ispirino alla convinzione che il diritto all'alimentazione sarà garantito solo se ci preoccupiamo del suo soggetto reale, vale a dire la persona che patisce gli effetti della fame e della denutrizione". Un altro applauso è scoppiato quando il Papa ha detto che oggi "la parola solidarieta' sembra essere stata espunta dal vocabolario". Ma ecco quali sono stati i capisaldi del discorso del Papa.

TROPPE SPECULAZIONI - "E' doloroso constatare che la lotta contro la fame e la denutrizione viene ostacolata dalla priorità del mercato e dalla 'preminenza del guadagnò, che hanno ridotto il cibo a una merce qualsiasi, soggetta a speculazione, anche finanziaria".

PIU' SOLIDARIETA' - "Una sfida che si deve affrontare è la mancanza di solidarietà. Le nostre società sono caratterizzate da un crescente individualismo e dalla divisione: ciò finisce col privare i più deboli di una vita degna e con il provocare rivolte contro le istituzioni". 

ASTA SOSPETTI - "I destini di ogni nazione sono più che mai collegati tra loro, come i membri di una stessa famiglia, che dipendono gli uni dagli altri. Ma viviamo in un'epoca in cui i rapporti tra le nazioni sono troppo spesso rovinati dal sospetto reciproco, che a volte si tramuta in forme di aggressione bellica ed economica, mina l'amicizia tra fratelli e rifiuta o scarta chi già è escluso. Lo sa bene chi manca del pane quotidiano e di un lavoro dignitoso. Questo è il quadro del mondo, in cui si devono riconoscere i limiti di impostazioni basate sulla sovranità di ognuno degli Stati, intesa come assoluta, e sugli interessi nazionali, condizionati spesso da ridotti gruppi di potere".

PERCHE' NON SI INTERVIENE? - "C'è cibo per tutti, ma non tutti possono mangiare, mentre lo spreco, lo scarto, il consumo eccessivo e l'uso di alimenti per altri fini sono davanti ai nostri occhi. Ci sono pochi temi sui quali si sfoderano tanti sofismi come su quello della fame. E pochi argomenti tanto suscettibili di essere manipolati dai dati, dalle statistiche, dalle esigenze di sicurezza nazionale, dalla corruzione o da un richiamo doloroso alla crisi economica". 

QUELL'AMMONIMENTO -  "Ricordo una frase di un anziano: Dio sempre perdona, la sofferenza il maltrattamento, gli uomini perdoniamo a volte, la terra non perdona mai. Rispettiamo la terra perché non risponda con la distruzione".

STOP INGIUSTIZIE - "Le persone e i popoli esigono che si metta in pratica la giustizia, non solo la giustizia legale, ma anche quella contributiva e quella distributiva. Pertanto, i piani di sviluppo e il lavoro delle organizzazioni internazionali dovrebbero tener conto del desiderio, tanto frequente tra la gente comune, di vedere in ogni circostanza rispettati i diritti fondamentali della persona umana e, nel nostro caso, della persona che ha fame".

ASCOLTARE IL CUORE  - "Una fonte inesauribile d'ispirazione è la legge naturale, iscritta nel cuore umano, che parla un linguaggio che tutti possono capire: amore, giustizia, pace, elementi inseparabili tra loro. Come le persone -a chiuso il Papa -, anche gli Stati e le istituzioni internazionali sono chiamati ad accogliere e a coltivare questi valori, in uno spirito di dialogo e di ascolto reciproco. In tal modo, l'obiettivo di nutrire la famiglia umana diventa realizzabile. Ogni donna, uomo, bambino, anziano deve poter contare su queste garanzie dovunque. Ed è dovere di ogni Stato, attento al benessere dei suoi cittadini, sottoscriverle senza riserve, e preoccuparsi della loro applicazione".