Mercoledì 24 Aprile 2024

"Pantani ucciso, costretto a bere cocaina". Nuova inchiesta. I pm: "Atto dovuto, nessun indagato"

A dieci anni dalla morte del Pirata, è stato accolto l'esposto della famiglia per "omicidio". La gioia dei tifosi: "Finalmente ci danno retta"

Marco Pantani (Ansa)

Marco Pantani (Ansa)

Rimini, 2 agosto 2014 - "Il 14 febbraio 2004 Marco Pantani non si suicidò. Il fuoriclasse di Cesenatico non era da solo nella maledetta camera d'albergo in cui morì. Dieci anni dopo, l'inchiesta della Procura di Rimini ha riaperto il caso". L'ipotesi, ora, è che il Pirata non sia deceduto "come conseguenza accidentale di overdose", come fu stabilito inizialmente. Adesso si indaga per "omicidio volontario". La notizia choc della riapertura del caso, diffusa dai giornali, è stata confermata dalla madre di Pantani, Tonina, che nel cuore della scorsa notte ha pubblicato un post sul proprio profilo Facebook.  Il messaggio ha raccolto in poche ore centinaia di 'mi piace' e di condivisioni. Tanti anche i commenti di incoraggiamento alla famiglia e di speranza per la soluzione del caso.

"Non si sarebbe trattato di suicidio, ma Marco sarebbe stato ucciso: 'omicidio con alterazione del cadavere e dei luoghi', la nuova ipotesi della Procura", che ha accolto così l'esposto della famiglia del campione. Secondo quanto riportato dalla stampa, "Marco Pantani sarebbe stato picchiato e costretto a bere la cocaina mentre era nella propria stanza nel residence riminese 'Le Rose'. 

LA PERIZIA - Pesano, in particolare, le conclusioni della nuova perizia medico legale  realizzata per conto della famiglia dal professore Francesco Maria Avato, secondo la quale le grandi quantità di stupefacente trovate nel corpo di Pantani si possono assumere solo se diluite in acqua". In base all'indagine, il ciclista sarebbe stato aggredito: "Le ferite sul corpo di Marco Pantani  non sono autoprocurate, sono invece opera di terzi".

LA PROCURA FRENA - Ma la Procura non si sbilancia: "Abbiamo appena ricevuto le carte presentate dai familiari e aperto un'indagine. E' un atto dovuto quando arriva un esposto-denuncia per omicidio volontario - spiega il procuratore di Rimini Paolo Giovagnoli .- Leggeremo le carte, se ci sarà l'esigenza di indagini chiederemo al Gip". Sui possibili sviluppi, "nessun commento, dobbiamo approfondire", frena il procuratore. I familiari di Pantani e i loro legali, ha spiegato, "hanno fatto indagini e depositato memorie". Ad ogni modo, "bisogna vedere anche alla luce del risultato del processo che ci fu a suo tempo, bisogna vedere il risultato delle loro indagini in confronto all'esito del processo" sulla morte del 'Pirata'. Il procuratore ha inoltre sottolineato che non ci sono indagati e che il fascicolo è iscritto a modello 44, quello usato a carico di ignoti.

IL PM DELLA VECCHIA INCHIESTA - "Io non commento. Non ho mai detto nulla, non ho mai parlato in questi anni. Lascio che siano gli atti a parlare". Così Paolo Gengarelli, il pm riminese che condusse l'inchiesta. "Sono un magistrato che ha l'abitudine di non parlare, come dovrebbero fare in tanti".

LE REAZIONI - "Sono passati dieci anni dalla morte di Marco, da quello che si legge sono state date per scontate delle cose che forse scontate non erano. Chi ha voluto bene a Marco vuole capire cosa sia realmente successo''. Lo dice Davide Cassani, oggi commissario tecnico della nazionale di ciclismo, commentando la riapertura dell'inchiesta. ''La ricerca della verità - aggiunge - è una cosa legittima''. Per Renato Di Rocco, presidente di Federciclismo: "A distanza di 10 anni si riapre una ferita". 

''Non capisco perché ci sia stato tutto questo ritardo. Mi auguro che serva a qualcosa, ma è giusto che si vada a fondo una volta per tutte sulla tragica fine di Marco'',  è il commento di Claudio Chiappucci, mentore e compagno di squadra del Pirata alla Carrera''Marco era un introverso - aggiunge l'ex compagno - ma era fiero di quello che aveva fatto, so anche che aveva fatto delle terapie e che aveva persone che gli stavano vicine, per cui la notizia della sua morte, di un suicidio, mi ha sorpreso". 

La riapertura dell'inchiesta lascia intravedere "la possibilità" di ridare al 'Pirata', "l'onore che gli spetta". E' quello che si augurano i tifosi del campione romagnolo alla luce del fascicolo aperto dalla Procura di Rimini dopo l'esposto per omicidio presentato dai legali e dai familiari del ciclista. "Come tifosi - racconta Angelo Pezzotta, presidente del 'Marco Pantani Fans Club Cesenatico', oltre 10.600 iscritti sulla pagina Facebook - possiamo dire che, dopo 10 anni, finalmente ci danno retta"