Venerdì 19 Aprile 2024

Ora basta

di Andrea Cangini

È CHIARO che Matteo Salvini ha cercato l’incidente, ma meglio di così non poteva andargli. Venuto a Bologna per attirare l’attenzione dei media manifestando davanti a un campo nomadi, in quindici minuti netti il segretario leghista ha coronato il proprio obiettivo al di sopra di ogni possibile aspettativa per poi tornarsene felice e contento in ‘Padania’. Salvini dovrebbe ringraziare uno ad uno gli elementi di quel manipolo di squadristi rossi che, aggredendolo, ne ha fatto una vittima non essendo riusciti a farne un martire. Un caso evidente di ottusità politica: la Lega, riconoscente, si appresta ora a capitalizzare nelle urne (il 23 novembre si voterà per il rinnovo della Regione) l’inaspettato regalo. Ma poi, si sa, l’appetito vien mangiando. Perciò, constatato che le forze dell’ordine erano altrove dal momento che il diabolico Salvini aveva comunicato i propri spostamenti ai cronisti ma non alla Questura, gli stessi che hanno tentato di aggredire il leader leghista hanno fatto il bis con un bravo cronista del Carlino. L’hanno fatto in gruppo, naturalmente. In quindici contro uno. Risultato: escoriazioni e un gomito fratturato. 

QUESTI i fatti, che a Bologna sono fatti ricorrenti. Pare normale che da decenni un’aula di Scienze politiche sia stata lasciata in uso, diurno e notturno, ai collettivi che l’hanno illegalmente occupata. Pare normale che ci si impossessi con la forza di immobili privati. Pare normale che si organizzino blocchi stradali incendiando copertoni di auto come usava fare a Belfast. Pare normale che si depositino ordigni esplosivi davanti alla Questura, che si incendino a colpi di molotov mezzi militari, che si devastino banche e agenzie di lavoro interinale, che si impedisca con la violenza agli avversari politici di parlare, che si intimidiscano i giornalisti e i professori universitari. Tre anni fa, nella sede del collettivo anarchico Fuoriluogo, il più aggressivo su piazza, furono rinvenuti coltelli, bastoni, fumogeni e passamontagna. Iniziò allora un processo con l’accusa di associazione per delinquere, concluso lo scorso marzo con un’assoluzione urbi et orbi. Per festeggiare, i ragazzi di Fuoriluogo occuparono seduta stante la loro vecchia sede.

EVVIVA l’impunità! Nei giorni scorsi l’Università ha ripulito dalle scritte i muri dell’Ateneo, ma per evitare rappresaglie ha lasciato il murales che inneggia a Francesco Lorusso, il militante di Lotta continua ucciso da un carabiniere a Bologna durante degli scontri. Era il ’77, anno di piombo per eccellenza. Se vogliamo evitare che quel clima si ricrei, se vogliamo scongiurare l’avvento di un nuovo ‘salto di qualità’ dell’estremismo politico e ritrovarci ancora una volta con i morti per strada, è giunto il momento di dire: ora basta! Basta con l’impunità, basta col lasciar fare, basta con la soggezione verso un’esigua minoranza cui è concesso di tenere in scacco un’intera città. Chi viola la legge venga assicurato alla giustizia e sconti la pena.

 

di Andrea Cangini