Omicidio Fanella, 5 nuovi arresti. Ideatore chiamava dalla stessa cabina telefonica di Carminati

L'attività investigativa della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma ha permesso di scoprire nuovi soggetti coinvolti a vario titolo nell'omicidio dell'ex cassiere di Gennaro Mokbel. A tradire i 5 arrestati anche le intercettazioni telefoniche, fatte dalla stessa cabina telefonica che usava Carminati, durante la recente indagine Mafia Capitale

Agguato alla Camilluccia (Ap/Lapresse)

Agguato alla Camilluccia (Ap/Lapresse)

Roma, 18 dicembre 2014  - La squadra mobile della Polizia di Roma ha operato cinque arresti e numerose perquisizioni a carico di persone emerse nell'ambito delle indagini sull'omicidio di Silvio Fanella, ucciso a colpi d'arma da fuoco lo scorso 3 luglio in via della Camilluccia. Le indagini sono state coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma.

Le indagini sull'omicidio avevano già consentito di arrestare Giovanni Battista Ceniti, rimasto ferito nel corso della commissione del delitto, Egidio Giuliani e Giuseppe Larosa, rintracciati a Roma e a Novara lo scorso 7 settembre, considerati gli esecutori materiali dell'omicidio. 

L'attività di investigazione ha permesso di scoprire il coinvolgimento, a vario titolo, di numerosi soggetti, pregiudicati e comunque legati all'estrema destra, gravitanti in Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, oltre che nel litorale di Ostia. 

CINQUE NUOVI ARRESTI - Sono Manlio Denaro, Emanuele Macchi Di Cellere, Gabriele Donnini, Carlo Italo Casoli e Claudia Casoli (questa ultima destinataria di ordinanza di arresti domiciliari) gli arrestati dalla squadra mobile di Roma in relazione all'omicidio di Silvio Fanella. 

PERQUISITA COOP - L'operazione della Polizia ha portato anche alla perquisizione della cooperativa sociale Multidea di Novara, che ha tra le finalità quella del reinserimento sociale degli ex detenuti, nella quale operano pregiudicati per reati di terrorismo, appartenenti alle brigate rosse e ai movimenti eversivi di destra, che ha tra i fondatori Egidio Giuliani, mentre Giuseppe Larosa vi figurava come dipendente

COLLEGAMENTI CON MAFIA CAPITALE - LA CABINA TELEFONICA DI CARMINATI - E' una cabina telefonica sulla via Flaminia il punto di collegamento tra l'omicidio di Silvio Fanella e l'inchiesta su mafia capitale che ha portato agli arresti di un gruppo criminale capeggiato da Massimo Carminati. In particolare, la cabina telefonica era sotto il controllo degli investigatori del Ros dei carabinieri. Si tratta di una cabina che veniva utilizzata spesso proprio da Carminati e per questo i militari la intercettavano.

Proprio prima dell'omicidio di Fanella i carabinieri del Ros si sono trovati davanti ad una telefonata, partita dalla cabina, tra Egidio Giuliani e Manlio Denaro, indicato come l'ideatore del piano. Sono due personaggi arrestati per il tentativo di rapimento e il successivo omicidio di Fanella. Nel corso di quella telefonata Manlio Denaro dice a Giuliani, che si trova a Novara e che dirige un cooperativa per il reinserimento di ex detenuti: "Quando scendete per la festa della nonna?", Denaro risponde: "Noi siamo pronti. Io scenderò il 26, mentre gli altri dopo. Ma tu fammi trovare i regalini che ti avevo chiesto". Telefonata che prova i preparativi del sequestro di Fanella. Secondo quanto accertato dagli investigatori della polizia di Stato, Giuliani effettivamente scende a Roma da Novara il 26 giugno e Denaro, secondo quanto ricostruito dalla squadra mobile della capitale, pensera' alla logistica provvedendo a fornire documenti falsi e i mezzi per muoversi per Roma.

Un altro punto di collegamento tra le due inchieste è una telefonata di Massimo Carminati intercettata sempre dagli investigatori del Ros. In questo caso Carminati parla con un interlocutore il quale sottolinea che Gennaro Mokbel avanza da Manlio Denaro, anche lui coinvolto nella inchiesta della truffa Fastweb-Telecom Sparkle, "un bel po' di soldi". Massimo Carminati però risponde che "Denaro è estremamente pericoloso e quei soldi non glieli ridarà mai". "Massimo Carminati - ha detto il procuratore aggiunto Antimafia di Roma, Michele Prestipino - non è coinvolto nella indagine sulla morte di Fanella, l'unico elemento di collegamento è l'utilizzo della stessa cabina telefonica. Altro elemento di collegamento sono alcuni soggetti che nel passato si conoscevano per una appartenenza nel medesimo contesto politico. Allo stato abbiamo individuato tutti gli esecutori materiali dell'omicidio Fanella, ed anche il movente immediato, ovvero il cosiddetto 'tesoretto' composto da contanti e diamanti, sul resto proseguiremo le indagini".

IN CINQUE MESI INDAGINI CHIUSE - "In cinque mesi, grazie alle indagini della squadra mobile di Roma, è stato chiuso il cerchio sul commando che ha tentato di sequestrare e poi ha ucciso Silvio Fanella". Lo ha detto il procuratore aggiunto Antimafia della capitale, Michele Prestipino, nel corso di una conferenza stampa per spiegare i dettagli dell'operazione. "Nell'abitazione di Fanella - ha proseguito Prestipino - il commando ha lasciato diverse tracce e da queste si è partiti per fare un lavoro di cucitura di tabulati risalendo ad ogni componente, fino ad acquisire tutti gli elementi a loro colpa".

GIP: DENARO E MACCHI ORGANIZZARONO SEQUESTRO FINITO MALE  - Manlio Denaro ed Emanuele Macchi di Cellere idearono il rapimento a scopo di estorsione di Silvio Fanella. Gabriele Donnini, Carlo Italo Casoli e la figlia Claudia sono accusati di aver "aderito e voluto coralmente la realizzazione del reato di sequestro sfociato nel più grave reato omicidiario, non voluto, commesso da uno solo degli esecutori materiali, ma da tutti rappresentato quale logico e prevedibile sviluppo di quello meno grave concordemente voluto". Il gip Bernadette Nicotra lo sottolinea nell'ordinanza di custodia eseguita dagli investigatori della Squadra mobile della polizia.  "Tutti gli attuali indagati hanno con le loro rispettive condotte ora, di ideazione e pianificazione del sequestro a scopo di estorsione - spiega il giudici . ora di supporto,con reperimento di mezzi, all'iniziale progetto di sequestro". Le indagini sono state seguite dai pm Giuseppe Cascini e Paolo Ielo. Gli accertamenti sono stati coordinati dal procuratore aggiunto Michele Prestipino, responsabile della Dda.

MACCHI: VOGLIONO ELIMINARMI - "Gli ho detto 'questo fallimento qui Emi' per me è l'ultimo, io non darò più retta a nessuno, io faccio io quello che devo fa, ho fatto già troppo, ho chiesto a voi perché so stanco e ogni cosa mi passa la voglia...". Così afferma in una intercettazione Emanuele Macchi di Cellere, 58 anni da una settimana, uno dei soggetti nei cui confronti è stata emessa una ordinanza di custodia cautelare per il tentato sequestro e l'omicidio del broker Silvio Fanella. La conversazione tra l'indagato e la moglie, Rita Marinella, risale al 26 novembre 2014. Il dialogo è coperto da molti omissis, ma riportato comunque nel documento del gip Bernadette Nicotra per Macchi e altre 4 persone. "Tu mettete in testa che io so una persona che c'ha il cancro in attivo, la sclerosi multipla ed un cancro pregresso - aggiunge - i dottori mi hanno detto che cazzo stai a fa...' e tu fai l'e-mail, l'e-mail???... ma che so scemi questi... io porto i soldi, faccio la congiura, volete eliminarmi qua? ...c'ho un occhio, ho fatto la visita al San Martino, te l'ho detto che visita ho fatto?".  Secondo gli investigatori della polizia Macchi esprime il timore di essere eliminato (volete eliminarmi qua?) e "manifesta il rammarico di essere stato tradito ed abbandonato anche dai suoi legali e che dietro a ciò c'è una precisa regia". "Io penso che veramente è un complotto, pure a loro gliel'hanno ordinato quelli là di Mokbel a farla questa cosa qua... e che a tutta sta gente non gliene frega un cazzo di Egidio o di me è così... salvano il culo loro e... abbiamo sbagliato tutto io e lui". Inoltre, nel corso del colloquio la Marinella, per far comprendere al marito chi fosse il soggetto a cui si riferisce, si copre per un attimo l'occhio per indicare, l'identità di Massimo Carminati, "come noto soggetto che ha questa menomazione fisica".

La signora Marinella poi spiega più avanti: "Allora io ieri ho chiamato Francesca Mambro, non mi ha risposto, gli ho mandato un messaggio...". Il marito gli chiede: "Hai chiamato chi?". A quel punto la donna sottolinea: "Gli ho mandato un messaggio e non mi ha risposto, allora io adesso... il piccoletto sta fuori, mi ha accompagnato lui e la moglie, sta qua fuori, adesso". Emanuele - si spiega ancora nel documento del gip - "si lamenta dei suoi avvocati che lo seguono male e poi parlano della situazione sanitaria e del modo per cercare di farsi trasferire a Roma. A dire del Macchi i suoi avvocati anzichè parlare con la direttrice del carcere per cercare di farlo trasferire mandano solamente delle e-mail con tale richiesta".  Macchi sempre parlando con la moglie sottolinea: "Lei ha detto 'quest'occhio tocca curarlo, perché sennò questo finisce..." ...e questi (riferito agli avvocati) fanno le mail, e vengono qua di mercoledì??? Io penso che veramente è un complotto, pure a loro gliel'hanno ordinato quelli là di Mokbel a farla questa cosa qua... stanotte ho sognato Egidio... (omissis - parla di un fatto di cronaca, in particolare di un'infermiera che uccideva i pazienti e nel sogno era presente Egidio) ...(poi tossisce e dice: bisogna rintraccià Egidio".  La moglie di Macchi spiega in un diverso passaggio: "So tutti terrorizzati, non si può più parlare con nessuno, hanno detto che mettono i trasponder sotto le macchine... vabbè, fanno le indagini, lo sapevamo, che è cambiato?...dico chi è che sparge sto terrore a Roma?". Emanuele chiede e la consorte ribadisce: "Eh, i soliti..dico 'dì, perché un conto è questo (a questo punto la donna con la mano si copre per un attimo l'occhio destro, per indicare al marito l'identità di questo, ossia Massimo Carminati)".  

FANELLA SAPEVA DI ESSERE IN PERICOLO - Silvio Fanella a terra "e su di lui" due "o tre persone" e qualcuno impugna "una pistola". La cugina del broker ha raccontato agli inquirenti l'agguato subìto il 3 luglio scorso dal cosiddetto 'cassiere di Mokbel' e che ha portato al suo omicidio. Il gip Bernadette Nicotra lo ricorda nell'ordinanza di custodia eseguita dagli uomini della Squadra mobile della polizia nei confronti di 5 persone, quattro portate in carcere e una finita ai domiciliari.  "E' certo che Fanella è stato raggiunto mortalmente da un colpo di pistola al torace - continua il giudice - ed è altrettanto certo che in quei frangenti la vittima aveva chiaramente percepito di essere in pericolo". Questo - a parere del gip - "consente di configurare il fatto come diretto a cagionare la morte di Fanella o comunque a prevedere e volere come conseguenza dell'iniziale azione e della reazione della vittima tale esito mortale, e ciò, con una condivisione di tutti, esecutori materiali e non,quantomeno al progetto criminale genetico indipendentemente dal fatto che ad essere armato e a sparare sia stato un altro componente del gruppo".