Mercoledì 24 Aprile 2024

Nuova strage di migranti: 12 morti in un naufragio al largo della Libia

L'Alto Commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati: "Dall'inizio del 2014 nel Mediterraneo sono morti 500 migranti"

Un barcone di migranti soccorso dalla marina militare italiana (Lapresse)

Un barcone di migranti soccorso dalla marina militare italiana (Lapresse)

Palermo, 8 luglio 2014 - Nuova strage di migranti durante l'ennesimo viaggio della speranza: 12 persone sono morte al largo delle coste libiche. Lo riferisce l'Unhcr, informata dalla Guardia costiera libica. L'incidente sarebbe avvenuto probabilmente domenica scorsa. 

Tra le vittime si contano tre siriani (una donna con i suoi due figli di 3 e 6 anni), tre eritrei e altri sei africani di nazionalità ancora da determinare. Si ritiene che l'imbarcazione avesse una capienza di circa 200 persone, ma probabilmente ne portava molte di più. Si sarebbe capovolta al largo delle coste di Tripoli.

I dodici cadaveri, afferma ancora l'Alto Commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati, sono stati recuperati dalla Capitaneria di porto libica: "Le operazioni di ricerca e soccorso sono ancora in corso e la sorte delle altre persone che potevano essere a bordo della nave è tuttora sconosciuta". 

Con questa ultima tragedia si stima che dall'inizio del 2014 circa 217 persone siano annegate al largo della coste libiche nel tentativo di attraversare il Mediterraneo. Queste vittime vanno ad aggiungersi ad almeno altre 290 persone morte o disperse a causa di incidenti in barca nelle acque al largo dell'Italia, della Turchia e della Grecia. Il bilancio dei morti nel Mediterraneo dall'inizio dell'anno è di 500 persone. 

L'Unhcr ha chiesto che le operazioni di ricerca e soccorso realizzate dalle autorità governative "vengano ulteriormente rafforzate, in particolare nelle zone ad alta concentrazione di attraversamenti in barca". L'agenzia sta anche sollecitando gli Stati "affinchè individuino alternative legali ai pericolosi viaggi in mare, come ad esempio l'incremento dei ricongiungimenti familiari, procedure per il reinsediamento piu' veloci e ammissioni umanitarie. I governi sono inoltre invitati a evitare misure punitive o deterrenti, tra cui la detenzione di persone in cerca di sicurezza". 

I funzionari dell'Unhcr di Tripoli e Bengasi hanno registrato quasi 37.000 richiedenti asilo e rifugiati; tra quesi i siriani costituiscono il gruppo più numeroso (18.655), seguiti da eritrei (4.673), somali (2.380) e iracheni (3.105). Tuttavia non tutti i richiedenti asilo sono registrati.