Nibali, il campione e i comprimari

Lo 'squalo' 2, si riapre il Giro d'Italia

Angelo Costa

Angelo Costa

Risoul, 28 maggio 2016 - Un giorno da Nibali, niente di più: è già un altro Giro. Benedetto campione: uscendo da un anonimato nel quale non si riconosceva, restituisce un senso alla sua corsa. E anche a quella rosa: detto con rispetto, a contendersela fin qui sono stati illustri comprimari, che rischiavano di entrar nell’albo d’oro correndo da ottimi ragionieri. Adesso c’è persino la possibilità che a vincere sia uno capace di regalare imprese e di dar spettacolo: un fuoriclasse vero, insomma.

Riecco Nibali: non ancora nel suo splendore, comunque magnifico. Perché rispetto a quello già finito in prestigiosi albi d’oro, questo non è il Vincenzo che ha avuto strada libera, ma ha dovuto dribblare mille ostacoli. Clima in squadra, pensieri sul futuro, guai meccanici hanno contribuito a togliergli la serenità che era alla base dei suoi giorni belli: averla saputa ritrovare, risalendo da un baratro che non aveva mai conosciuto, è la sua vera impresa.

Nibali da applausi, di nuovo cattivo e pronto a cogliere l’occasione, come la caduta di Kruijswijk: peccato solo che su questa montagna francese non ci sia la folla che meriterebbe la sua rinascita. Nella quale ha creduto fino in fondo: tornare a casa dopo il ko di Andalo non gli è mai passato per la testa. E’ stato capace di farsi amare anche nella sconfitta, come succede a chi non scappa davanti alle difficoltà, trovando nell’affetto della gente il più rigenerante degli elisir: per questo, la sua rimonta è ancora più bella. Grazie Giro: per averci regalato un finale meno scontato di quel che ci si aspettasse. E grazie Nibali, che meritava di avere un giorno tutto suo, senza se e senza ma: va già bene così, ma dovesse averne un altro così, adesso che si è finalmente acceso, altro che trionfo. Sarebbe storia.