Nelle mani dei giudici

IL PROVVEDIMENTO sulle unioni civili si avvia verso il rapido esame dell’Aula. E ci rivela molti problemi delle nostre istituzioni. Il primo è che l’area del voto segreto è ancora troppo estesa: ha la sua ragion d’essere nelle votazioni su persone, ma non altrove. L’indipendenza della coscienza del singolo parlamentare è protetta dal divieto di mandato imperativo, dal fatto cioè che non perda il seggio qualsiasi cosa voti, senza però sottrarsi a rendere ragione delle proprie scelte. Se a quest’area eccessiva di voto segreto si somma il bicameralismo ripetitivo, vigente almeno fino a questa legislatura, qualsiasi provvedimento su cui si possa chiedere il voto segreto diventa una palude. Basta un emendamento, anche piccolo, per imporre almeno tre passaggi tra Camera e Senato. Questa situazione problematica, che rende impossibile affidarsi al procedimento legislativo ordinario, può essere arginata dai presidenti di assemblea. Il regolamento del Senato (articolo 102) dà al suo presidente la «facoltà di modificare l’ordine delle votazioni quando lo reputi opportuno ai fini dell’economia o della chiarezza delle votazioni stesse». Almeno in questo caso, però, più che in una risorsa la presidenza del Senato si è trasformata in un terzo ulteriore problema: prima ha avallato i cosiddetti supercanguri, poi ha fatto sapere che li avrebbe suddivisi in più parti, infine li ha dichiarati inammissibili sostenendo che essi sarebbero legittimi solo quando facessero fronte a un ostruzionismo eccessivo, circostanza che in questo caso non ricorrerebbe. Pur tenendo conto di quanto sia difficile il ruolo di presidente in contesti come questi, è difficile vedere un itinerario lineare. Il quarto problema è l’esistenza di un soggetto politico, il Movimento 5 Stelle, che funziona secondo metodi aggiornati di ‘centralismo democratico’ oltre che con spregiudicatezza; elementi grazie ai quali può cambiare posizione in modo rapido, impedendo accordi stabili. Sommando questi quattro problemi se ne ricava che l’unica soluzione era un’intesa nella maggioranza con la fiducia. Ciò ha inciso sul contenuto, portando a un riconoscimento delle unioni, escluso il nodo delle adozioni dei figli già nella coppia, che verrà affidato, in attesa di una revisione della legge sulle adozioni, alle decisioni dei tribunali.