Mercoledì 24 Aprile 2024

Giù dalla nave, l’ex marito la veglia. "Io so chi l’ha buttata in mare"

"Laura non accusa il compagno. Ma mi ha detto: tienilo lontano". L'anno scorso la donna denunciò il convivente: violenza e abuso di alcol

Giallo in crociera, la Costa fotruna e, nella foto piccola, Laura Flora Stuardo

Giallo in crociera, la Costa fotruna e, nella foto piccola, Laura Flora Stuardo

Torino, 4 settembre 2015 - STANZA QUATTRO, quarto piano dell’Unità spinale del Cto. Sotto la stretta vigilanza di medici e infermieri, dietro una porta scorrevole, Laura Flora Stuardo cerca il suo passato prossimo. Quello remoto, l’ex marito diventato migliore amico, le mette in bocca cucchiaini di minestra e piange. Umberto Stagno è stanco, accaldato. Vive sul fuso orario di un dolore che i ruoli in apparenza non giustificano più: «Le voglio bene, 25anni di matrimonio non si cancellano. Ma non posso aggiungere niente. Ho la mia verità e per il bene di tutti adesso devo tacere».

Fa la badante, il coccodrillo sotto il ponte levatoio se necessario. L’altro non deve passare. Anche Laura l’ha detto: «Tenetelo lontano da me». Eppure Giovanni Pia, che sarebbe indagato per il misterioso volo dalla nave della bancaria torinese in crociera tra i fiordi norvegesi, nei giorni senza speranza della degenza a Bergen ha condiviso l’angoscia con Umberto e sua figlia. I medici cercavano di rimettere insieme i pezzi di una donna miracolosamente viva dopo una caduta di 35 metri – dieci operazioni per riallineare tutto ciò che un corpo umano contiene – e lui piangeva insieme a loro.

CHE POSTO occupa nell’inchiesta della procura di Torino l’uomo chiamato amore almeno fino al giorno della partenza sulla Costa Fortuna, il compagno di una nuova vita cercata attraverso un’agenzia matrimoniale? Stanno cercando di capirlo gli inquirenti, lui si augura che «Laura si riprenda presto» e affida ogni comunicazione all’avvocato Vittorio Rossini: «Al momento nessuna notizia su una eventuale iscrizione nel registro degli indagati per tentato omicidio». Laura deve trovare il tempo di ricordare e i dottori di verificare se ci siano danni neurologici e quanto gravi. Luca Brazzi, primario della rianimazione delle Molinette, è molto cauto e parla di miglioramenti lentissimi. Dopo un trauma di quel tipo è difficile che quel frammento di memoria perduta possa riaffiorare intatto in breve tempo. In quel caso la sera del 19 luglio, quando la donna precipitò nelle acque gelide del porto di Flam, dovrà essere ricostruita in un altro modo. C’è appunto un buco nel passato prossimo. Cancellata perfino la consapevolezza di avere fatto le valigie per una crociera in Norvegia. Giovanni Pia ha sempre detto di avere cercato di impedire la caduta afferrandola addirittura per i capelli. Ma Laura è finita in mare voltata di schiena e una cosa ha voluto chiarirla subito: «Non volevo uccidermi».

CINQUANTATRÈ anni lei, 55 lui, nel giugno del 2012 erano andati a convivere sulla collina di Moncalieri nella casa su tre piani dei Pia, con il papà di uno e la figlia dell’altra, che all’epoca aveva 12 anni. Nella primavera di due anni dopo lei era corsa dai carabinieri a denunciare il compagno, i verbali raccontano di violenza e abuso di alcol. Dall’agenzia Eliana Monti lui era uscito come un candidato quasi eccellente alla felicità di coppia se la misura è la sensibilità. Aveva qualche piccolo problema, chi non ne ha. Nel 2007 gli avevano bruciato un bar a Torino. Nel 2011 gli erano morte la mamma e la nonna. Aveva debiti, era depresso. E io ti salverò, sognava lei. Ma poi gli schiaffi, gli insulti, la sera in cui lei e la figlia furono sbattute fuori di casa. E infine la crociera per riprovarci.

I COLLEGHI della sede centrale di Intesa Sanpaolo, gli amici, tutti quelli che conoscono Laura hanno escluso l’ipotesi del suicidio: «L’ultima persona che possa pensare a un gesto simile». Giovanni Pia adesso vuole essere lasciato in pace. Conferma la lite, i rapporti a volte tesi. La sua villa in collina è in vendita da anni, ha gli infissi scrostati, è circondata dalle erbacce. In Norvegia ha avuto sempre addosso gli occhi di Umberto Stagno. Temeva qualcosa? «Non posso dire niente», ripete l’ex marito. E aggiunge che dopo il trauma della separazione, se due si sono amati davvero, può tornare l’armonia: «Lei aveva un compagno, nemmeno io sono solo. E poi c’è nostra figlia. Ho sempre pregato, i medici norvegesi sono stati bravissimi». Da quando otto giorni fa è uscita dal coma Laura Stuardo è stata sentita tante volte dagli inquirenti: «Non ha accusato nessuno ma di sicuro non voleva ammazzarsi. So che quella relazione è finita, non lo vedrà mai più. Ci ha chiesto di tenerlo lontano. Lasciamo fare alla giustizia. Quando verrà il momento dirò anche io la mia verità».