Riapertura scuole Campania, il Tar accoglie il ricorso: sospesa l'ordinanza regionale

Domani si rientra in classe, per i giudici le decisioni assunte dal Governo in pandemia non possono essere superate da ordinanze locali

Napoli, 10 gennaio 2022 – Sospesa l’ordinanza regionale, il Tar ha accolto i ricorsi contro la chiusura delle scuole in Campania. La quinta sezione del tribunale amministrativo ha prima emesso un decreto in via cautelare con il quale, di fatto, ha dato ragione ai genitori “no Dad”, poi ha accolto anche l’istanza cautelare presentata da Palazzo Chigi e dai Ministeri dell'Istruzione e della Salute. L'efficacia dell'ordinanza è quindi sospesa, via libera alla ripresa delle lezioni per le scuole materne, elementari e medie in tutta la regione. Domani di rientra in classe.

La presidente della quinta sezione del Tar, Maria Abbruzzese, ha quindi fissato la camera di consiglio per approfondire la questione e discutere nel merito del ricorso. Erano tre i provvedimenti al vaglio del tribunale regionale, gli altri due sono stati depositati dall’Avocatura di Stato per conto del Consiglio dei ministri e dall’Associazione Scuole Aperte. Dalla parte del governatore De Luca, i sindaci del Napoletano che stanno firmando ordinanze per congelare la riapertura delle scuole superiori per altre due settimane.

La battaglia legale: cosa sta succedendo in Campania

La decisione del Tar: cosa dicono i giudici

Ripristinate le lezioni in presenza, così hanno deciso di giudici del Tar. Secondo il tribunale regionale, infatti, la normativa nazionale non ammette deroghe locali sulla gestione dei servizi e delle attività didattiche in tempo di pandemia. "Non residua spazio alcuno – si legge nel decreto del Tar – per disciplinare diversamente l'attività scolastica in stato di emergenza sanitaria, in quanto interamente e minutamente regolata dalle richiamate disposizioni di rango primario", ossia quelle emanate dal Governo. Infatti, "la scelta del livello di tutela dell'interesse primario alla salute, individuale e collettiva, e il punto di equilibrio del bilanciamento tra diversi valori è già stata operata, appunto, a livello di normazione primaria, dal legislatore nazionale".

Per i giudici, non può "mantenersi l'efficacia di un provvedimento amministrativo palesemente contrastante rispetto alle scelte, politiche, operate a livello di legislazione primaria", ovvero le decisioni adottate dal Governo.

Il provvedimento emesso dal Tar è destinato a fare da apripista agli altri due ricorsi pendenti sulla “testa” di De Luca. Il Tar della Campania ravvisa, ancora, che "neppure risulta che la regione Campania sia classificata tra le zone rosse e dunque nella fascia di maggior rischio pandemico". Il solo dato dell'aumento dei contagi nel territorio regionale, neppure specificamente riferito alla popolazione scolastica, non può giustificare "per sé solo la situazione emergenziale, eccezionale e straordinaria, che, in astratto, potrebbe consentire la deroga alla regolamentazione generale".

Il Tar ricorda, ancora, che "non risulta peraltro alcun focolaio né alcun rischio specificamente riferito alla popolazione scolastica, generalmente intesa". I giudici del Tar riconoscono come "dubbia si legge nel decreto anche l'idoneità della misura disposta, tenuto conto della prolungata chiusura connessa alle festività natalizie, che non ha, tuttavia, evitato l'aumento registrato dei contagi".

Tre ricorsi al Tar

Il fronte del “No Dad” non molla, stamattina è spuntato il terzo ricorso a Tar contro la chiusura delle scuole in Campania. Dopo l’opposizione di alcuni genitori e il secondo ricorso depositato dall’Avocatura di Stato per conto della presidenza del Consiglio dei ministri, oggi a sollevare il fronte legale è l'Associazione Scuole Aperte Campania.  

“Dov’è finito il diritto di questi ragazzi ad istruirsi in un contesto fatto di socialità e inclusione? È innegabilmente prigioniero della follia sanitaria che stiamo vivendo, che insegue continuamente l'irraggiungibile contagio 0", si chiede l’Associazione. La Regione sulle misure del Governo: "Inattuabili e del tutto virtuali". Ma non solo. “L'eventuale sospensione dell'ordinanza impugnata –  spiegano gli avvocato regionali –   determinerebbe un danno gravissimo quanto irreparabile al sistema sanitario campano e ai cittadini campani, in termini di pressoché certo ulteriore picco dei contagi e dei decessi e di gravissima pressione sul sistema sanitario, in una situazione già fortemente critica".

Toti: “Preoccupazione reale”

Dalla parte del presidente della Campania, anche il collega ligure. “De Luca ha a che fare con una realtà assai complessa – commenta il governatore della Liguria, Giovanni Toti –, una sanità che esce da un commissariamento lunghissimo, ha probabilmente difficoltà con l'ondata di Covid e chiunque veda la piana vesuviana, la periferia di Napoli, con la densità di popolazione di quell'area, sa che si confronta con una situazione diversa da quella di molti presidenti di Regione. Credo – continua Toti – che De Luca abbia preso un elemento di estrema prudenza sulla base di una preoccupazione reale, dopodiché se decidiamo di tenere aperto tutto il Paese, non possiamo non tenere aperte le scuole”.

La Regione si difende: "Scenario di massima gravità"

Questa mattina è stata presentata in tribunale la memoria difensiva della Regione Campania sulle decisione di tenere le scuole chiuse fino al 29 gennaio, l’atto era stato richiesto dai giudici del Tar che dovranno decidere in merito al ricorso contro l’ordinanza firmata venerdì dal governatore Vincenzo De Luca.  Ad aprire la battaglia legale sono stati alcuni genitori contrari alla Dad, promotori di una petizione e un presidio di protesta. ma venerdì sera anche il Governo aveva annunciato opposizione, visto che nel resto d’Italia le scuole hanno riaperto questa mattina.

Lo scenario disegnato per la Campania è “della massima gravità” e l'indice di ospedalizzazioni “in assenza di immediate e drastiche misure” annuncia una saturazione dei posti letto entro 30 giorni a partire dal 7 gennaio. Così, la Regione Campania, spiega ai giudici del Tar, le ragioni poste alla base dell'ordinanza con la quale ha disposto la didattica a distanza in tutte le scuole del territorio.

L'ordinanza, viene spiegato nella memoria difensiva presentata questa mattina in tribunale, tiene conto anche della diffusione straordinaria della variante Omicron, dei focolai registrati prima della chiusura natalizia nelle fasce della popolazione giovanile e dell'impossibilità di poter eseguire i tracciamenti.

Le misure previste dal decreto del Governo "sono inattuabili e del tutto virtuali, almeno nel territorio regionale della Campania", tenuto conto che "vi è impossibilità di assicurare il contact tracing e insostenibilità dei carichi da parte delle Asl, attestata dai dirigenti scolastici e da tutti i direttori generali delle Asl campane". È questa la posizione della Regione Campania, espressa nella memoria difensiva presentata al Tar Campania a sostegno dell'ordinanza numero 1 del 7 gennaio, adottata tenuto conto "dei dati più aggiornati della Cabina di regia nazionale, delle valutazioni dell'Unità di crisi regionale e della richiesta di presidi e sindaci che segnalano criticità non risolvibili a breve", mentre le misure nazionali "non sono fondate sul parere tecnico-scientifico del Cts che non è stato convocato, contrariamente a quanto richiesto da tutte le Regioni per assumere decisioni consapevoli".

“Raddoppio dei ricoveri, esaurita la pediatria”

Secondo la Regione Campania "non c'è alcuna violazione del decreto legge n.111/2021" in quanto "risulta provata una condizione di eccezionale e straordinaria necessità, attestata tra l'altro da: Rt di ospedalizzazione pari a 1,78, che indica il raddoppio dei ricoveri Covid in arco settimanale; esaurimento dei posti letto pediatrici Covid nella regione con popolazione più giovane d'Italia; blocco già decretato delle attività sanitarie di elezione; previsione di certo esaurimento di posti letto di degenza Covid nel breve periodo in mancanza di misure immediate".

Nella memoria difensiva si fa notare che "nell'ultima settimana il valore di Rt ospedalizzazioni nella regione Campania è arrivato al valore di 1,78, con proiezione di ulteriore crescita nella settimana successiva e con la sicurezza di raggiungere la saturazione dell'occupazione dei posti letto Covid, sia di terapia intensiva che di area medica, nel prossimo mese ove non si adottino stringenti misure di contenimento". Inoltre "nell'ultima settimana anche il numero dei ricoveri di fascia pediatrica è sostanzialmente raddoppiato, con la saturazione completa dei posti letto di area pediatrica presso l'hub e lo spoke di riferimento regionale (Federico II e Santobono Pausilipon), al punto da indurre l'Unità di crisi all'attivazione degli spoke di secondo livello dell'emergenza pediatrica regionale”.

“A triste conferma dei dati riportati, si segnala che, in data 8 gennaio 2022, il direttore sanitario dell'Ospedale Santobono Pausilipon ha comunicato l'avvenuta saturazione di tutti i posti letto dell’Unità Pediatria Covid, rappresentando al 118 regionale l'impossibilità di disporre trasferimenti presso la struttura".

“Cittadini spaventati. Manca conoscenza della situazione”

L'Associazione Scuole Aperte ha presentato oggi il ricorso contro l'ordinanza della Regione Campania dell’8 gennaio, "portando a supporto i dati che smaschereranno tutte le bugie su cui si fonda la comunicazione terroristica messa in atto dagli amministratori regionali, dai presidi e da un'ampia parte di docenti e cittadini spauriti dalla mancanza di conoscenza adeguata della situazione". Ieri sera, poco prima della mezzanotte, era arrivato anche il secondo ricorso - dopo il primo presentato da alcuni genitori - firmato dalla sede di Napoli dell'Avvocatura Distrettuale dello Stato, depositato per conto della presidenza del Consiglio dei ministri e dei ministeri dell'Istruzione e della Salute.

Il Tar: “Giustificare l’adozione dell’ordinanza”

La Regione Campania era chiamata ad esibire, entro le ore 11 di oggi, "gli atti pertinenti e rilevanti a presupposto dell'ordinanza impugnata" da alcuni genitori difesi dagli avvocati Luca Rubinacci e Giacomo Profeta. La presidente della quinta sezione del Tar Campania, Maria Abbruzzese, ha ritenuto inoltre che la Regione Campania dovesse "anche giustificare l'adozione dell'ordinanza impugnata in sostanziale concomitanza con l'entrata in vigore del decreto legge 5 gennaio 2022 che individua, per quanto rileva, specifiche modalità di erogazione dei servizi scolastici ed educativi e regolamenta anche gli adempimenti successivi all'eventuale accertamento di casi di positività in costanza di emergenza pandemica".

Lo scorso novembre, il Tar aveva ritenuto "illegittima" la sospensione delle attività didattiche decisa a febbraio del 2021, durante la seconda ondata di Covid. 

Trasporti: servizi scolastici sospesi

Niente scuole in presenza in Campania dalle materne alle medie e l'Ente Autonomo Volturno cancella i servizi rivolti agli studenti ed istituiti per supportare le linee tradizionali. A comunicarlo è proprio l'Eav, che fa sapere come “i servizi aggiuntivi per gli studenti sono sospesi dal 10 gennaio e fino a nuovo avviso”. I servizi erano stati programmati in particolare per scongiurare il rischio di possibili assembramenti lungo le tratte maggiormente frequentate dagli studenti che si servono dei mezzi pubblici per raggiungere i loro istituti.