Pompei, domus dei Vettii, casa-museo: dagli affreschi al vestibolo per la prostituzione

Abitata da due liberti, arricchitisi con la vendita del vino, è ricca di dipinti e sculture. Non mancano pitture erotiche e il locale dove una schiava "greca e di belle maniere" veniva messa in offerta

Napoli, 10 gennaio 2023 - Riapre la casa simbolo di Pompei, la casa dei Vettii, che non manca in nessuna guida del sito Unesco campano e in nessun manuale sull'arte antica, grazie ai suoi straordinari affreschi e alle sculture che adornavano il suo ampio giardino. Viene restituita al pubblico una domus che per la prima volta, dopo 20 anni di chiusura e una parziale riapertura nel 2016 - relativa all'ambiente di ingresso dell'atrio e a quelli circostanti - si può finalmente ammirare in tutta la sua articolazione e complessità architettonica, grazie ai recenti interventi. Il nuovo progetto di restauro, intrapreso nel 2016 sotto la direzione di Massimo Osanna, si è avvalso della collaborazione di professionalità tra le più varie, tra archeologi, architetti, restauratori, ingegneri e esperti di giardinaggio, profilandosi come uno dei cantieri più complessi nel panorama dei beni archeologici degli ultimi decenni. Il giardino del peristilio (giardino colonnato), che disponeva di un articolato sistema di condotte d'acqua e piccole fontane, è stato restaurato con l'inserimento di copie delle statue originali conservate negli spazi espositivi e nei depositi del Parco archeologico. Tra queste spicca una statua di Priapo, dio dell'abbondanza, unica nel suo genere. Inoltre sono state piantumate antiche specie vegetali riprodotte nel vivaio all'interno del Parco. Pompei, tra gli scavi c’è Spot: il cane-robot che controlla stato dei lavori e sicurezza

Affreschi all'interno della casa dei Vettii nel Parco Archeologico di Pompei
Affreschi all'interno della casa dei Vettii nel Parco Archeologico di Pompei

La scoperta nel 1864

Scavata tra il 1894 e il 1896, la casa dei Vettii apparteneva a Aulus Vettius Conviva e Aulus Vettius Restitutus, probabilmente due liberti, divenuti ricchi con il commercio del vino. Lo sfarzoso arredo pittorico e scultoreo della casa, dunque, riflette anche la ricchezza del territorio della città, dove si produceva il vino per l'esportazione in tutto il Mediterraneo, e la mobilità sociale, che consentiva a due ex schiavi di salire ai livelli più alti della società locale. Non mancano tracce della vita degli ultimi, tra le quali spicca un ambiente adiacente alla cucina, nel quartiere servile, decorato con quadretti erotici. L'ambiente, in passato, fu dotato di una porta di ferro per consentirne l'accesso ai soli uomini adulti, barriera rimossa solo pochi giorni prima della riapertura della casa. Si è ipotizzato che l'ambiente servisse per la prostituzione: sulla parete sinistra del vestibolo c'è un'iscrizione in cui una donna di nome Eutychis, "greca e di belle maniere", veniva offerta per due assi.

Dipinti erotici nella casa dei Vettii a Pompei
Dipinti erotici nella casa dei Vettii a Pompei

 

"Riapertura epocale"

"La riapertura della Casa dei Vettii - dichiara il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano - è il coronamento di un percorso pluriennale di pieno recupero degli Scavi di Pompei". "È una riapertura epocale - afferma il direttore generale dei Musei, Massimo Osanna - che segna il termine di una storia di restauro lunga e travagliata, che negli ultimi anni si è avvalsa del modello vincente del Grande Progetto Europeo, sia nella gestione dei finanziamenti sia delle risorse umane, ma con la differenza che in questo caso il tutto è stato gestito, dalla progettazione agli interventi, con le forze interne del Parco.". "La casa dei Vettii - sottolinea Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco archeologico di Pompei - è la storia del mondo romano rinchiusa in una casa, la 'casa museo' della romanità per così dire: ci troviamo affreschi mitologici e sculture in bronzo e in marmo, di eccezionale qualità artistica, che parlano del rapporto complesso tra modelli greci e rielaborazioni romane, ma anche la vita economica e sociale della città. I proprietari, liberti e dunque ex schiavi, sono espressione di una mobilità sociale che due secoli prima sarebbe stata impensabile. Diventano ricchi con il commercio di prodotti agricoli del territorio intorno a Pompei, ma quanto pare nella loro casa fu esercitata anche la prostituzione, da parte di una schiava greca, che apparteneva ai gruppi più deboli della società".  Franceschini inaugura le Gallerie d'Italia: "Napoli capitale culturale del Mediterraneo"