Giovedì 18 Aprile 2024

Uffizi, Brera e le venti meraviglie. Parte la rivoluzione dei musei

Franceschini riforma i Beni culturali: super manager per le eccellenze. Il ministro: "Per l'Italia è come avere miniere d'oro dappertutto e non saperle usare"

Il ministro dei Beni Culturali Enrico Franceschini (Ansa)

Il ministro dei Beni Culturali Enrico Franceschini (Ansa)

Paola Pasquarelli 

ROMA, 17 luglio 2014 - VENTI grandi musei staccati dalle soprintendenze, con nove poli strategici, dagli Uffizi a Brera passando per la Reggia di Caserta e Pompei, affidati a un direttore manager e altri 11 con un dirigente di seconda fascia. Sta per prendere corpo la riorganizzazione del ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo in seguito alle politiche di spending review e la riduzione delle figure dirigenziali: da 30 a 24 uffici di prima fascia e da 198 a 167 di seconda fascia. «E’ una grande rivoluzione che parte dal dovere di valorizzare l’immenso patrimonio culturale che abbiamo — spiega il ministro Dario Franceschini — uno di quei cambiamenti veri, coraggiosi, che il Paese si aspetta da questo governo».

AL POSTO della Direzione generale per la valorizzazione del patrimonio culturale arriva una Direzione generale musei con il compito di attuare politiche e strategie di fruizione a livello nazionale, di occuparsi degli istituti di cultura e di dettare le linee guida per le tariffe, gli ingressi e i servizi. In ogni Regione verrà creato un Polo museale, articolazione periferica della nuova Direzione, cui faranno capo tutti i musei della Regione, non più dipendenti dalle soprintendenze. Al vertice dei 9 musei più grandi per importanza e numero di visitatori (Colosseo, Pompei, gli Uffizi, la Pinacoteca di Brera, la Reggia di Caserta, le Gallerie dell’Accademia di Venezia, Capodimonte, la Galleria d’arte moderna e contemporanea di Roma, la Galleria Borghese) Franceschini propone un dirigente di prima fascia, «un manager esperto di gestione museale, scelto attraverso un concorso pubblico», al quale potranno partecipare interni ed esterni all’amministrazione, anche stranieri. Dirigenti di seconda fascia per gli altri 11 poli: museo Nazionale romano, il museo Archeologico di Taranto, la Galleria dell’Accademia di Firenze, il museo Archeologico di Napoli, il museo d’Arte antica di Roma, il museo Archeologico di Reggio Calabria, la Galleria Estense di Modena, la Galleria Sabauda di Torino, il Palazzo Reale di Genova, il Museo del Bargello e il sito di Paestum. 

UN’ALTRA importante novità riguarda le direzioni regionali che si trasformeranno in segreterie del Mibac, uffici di coordinamento amministrativo con competenze anche per il turismo e promozione. Per quanto riguarda le soprintendenze, « liberate dal peso della gestione, saranno il luogo della ricerca, della tutela e della formazione. Come dei grandi policlinici, saranno in collegamento con l’Università e gli istituti di ricerca», spiega Franceschini. Rimane la Direzione centrale per l’archeologia da cui dipendono le soprintendenze di settore, vengono invece accorpate quelle per i beni storico artistici con quelle per i beni architettonici. Più razionale anche l’amministrazione di archivi e biblioteche. Un altro tassello clou della riforma targata Franceschini è l’arte contemporanea e la sua centralità. Affinché arte e architettura di oggi abbiano piena dignità ha creato una direzione generale ad hoc.