Morte di Pantani, il legale: “Le nostre sono testimonianze non illazioni”

La replica dopo la richiesta di archiviazione presentata dalla procura di Rimini

Marco Pantani

Marco Pantani

Rimini, 5 settembre 2015 - Non tarda ad arrivare la risposta dell’avvocato Antonio De Renzis, legale della famiglia del campione Marco Pantani, in replica alla richiesta di archiviazione della procura di Rimini sull’inchiesta bis sulla morte del ‘pirata’.

“Questa richiesta non ci coglie di sorpresa nè tantomeno impreparati - commenta il legale -: riteniamo che vi siamo degli elementi che possano in modo chiaro fondare sia l’opposizione che l’istanza di avocazione, che siamo determinati a presentare soprattutto dopo aver letto la richiesta di archiviazione e gli atti di indagini a essa collegati. L’inchiesta bis venne aperta un anno fa in seguito all’esposto della famiglia sull’ipotesi di omicidio volontario. Ora si annuncia dunque un’opposizione dura davanti al Gip, con la richiesta di portare le indagini alla Procura generale di Bologna: il giudice potrebbe accogliere o meno le richieste della procura riminese, oppure disporre nuove indagini decidendo in quale sede. Per il procuratore capo di Rimini, Paolo Giovagnoli- che ha richiesto l’archiviazione accogliendo la tesi del proprio consulente, Franco Tagliaro- Pantani non sarebbe stato ucciso, ma si sarebbe suicidato con una dose letale di farmaci e cocaina. Non vi sarebbero dunque ombre sulla sua morte, nè errori od omissioni nelle indagini di 11 anni fa terminate con il primo processo e la condanna di due spacciatori. Diversa la posizione della difesa e della famiglia Pantani.

“Ho letto da qualche parte che noi avremmo fatto allusioni - spiega l’avvocato De Renzis - noi non abbiamo fatto alcuna allusione al lavoro di alcuno, quello che noi abbiamo scritto lo hanno detto altre persone, noi cosa dovevamo fare, non dirlo al pubblico ministero? Se per qualcuno queste sono illazioni, per me queste sono delle testimonianze, che è una cosa diversa. Vedremo come altri appartenenti alla magistratura interpreteranno, se diranno che gli infermieri si sbagliano, ricordano male, che l’albergatore si ricorda male, vedremo. Sono testimonianze raccolte con indagini difensive blindate, fonoregistrate in presenza di un sacco di avvocati, tra cui quelli dei testimoni”.