Giovedì 18 Aprile 2024

Modello giovani con l'aiuto di Sacchi

Luca Guazzoni Milano IL GRANDE MILAN di Arrigo Sacchi aveva uno zoccolo duro costituito da giocatori italiani, cresciuti soprattutto nel settore giovanile del club e con identità rossonera nel sangue. «È normale voler rilanciare i nostri prodotti». Filippo Galli conosce bene il Profeta di Fusignano: lui - dopo aver vinto tutto da calciatore con Baresi, Maldini, Tassotti e Costacurta - ora è il responsabile del vivaio rossonero e potrebbe presto trovarsi proprio Sacchi come supervisore: «È il mio maestro, gli devo tutto e anche di più». E quindi, in soldoni, non potrebbe dirgli mai di no. Ma il Modello Milan è un progetto ormai lanciato a tutta velocità come una locomotiva per subire rapide sterzate: ci sono investimenti importanti da proteggere (circa 10 milioni all'anno garantiti per il prossimo quadriennio) e finalmente un lavoro scientifico per individuare chi potrà diventare campione vero. È innovazione: più avanti delle indicazioni federali (dettate proprio da Sacchi) e ispirato alla Masìa del Barcellona e al De Toekomst dell'Ajax. Niente è lasciato al caso: c'è lo studio di forza funzionale per sviluppare l'attività motoria, il tutoraggio psicopedagogico per arrivare a maturazione emotiva, la costante analisi video per osservare progressi e lacune. Uno staff complessivo di 80 persone. È Cerbero: Filippo Galli come vertice, Mauro Bianchessi a scovare i talenti (rigorosamente Under15, si vuole insegnare il senso di appartenenza ai colori rossoneri), Stefano Baldini a coordinare i tecnici. Un Modello embrionale e in continuo sviluppo ma che ha già affascinato tanti club, pronti a copiarlo: Allegri ne ha tracciato una linea guida alla Juventus, portandosi con sè Aldo Dolcetti (il predecessore proprio di Baldini). L'obiettivo è portare almeno un giocatore a stagione in prima squadra: Andrej Modic a giugno, Manuel Locatelli tra 18 mesi, Gigio Donnarumma tra 3 anni. Sui più promettenti viene svolto un lavoro personalizzato e specifico. Vendere i propri gioielli non sarà la priorità ma (come nel caso Cristante, venduto al Benfica per 6 milioni per permettere l'arrivo di Bonaventura) una possibilità. L'Inter ha finanziato l'operazione Icardi con le cessioni di Caldirola e Donati in Bundesliga e ora vuole arrivare al mediano con i soldi di Puscas. Pensate se il Milan decidesse di privarsi di De Sciglio: farebbe una plusvalenza totale avendo ammortizzato nel tempo l'intero costo del cartellino (preso 8 anni fa dal Cimiano per appena 500 euro). Il futuro del Milan passa da restaurare i metodi vincenti del suo passato. Con o senza Sacchi.