Martedì 16 Aprile 2024

Pitti Uomo 91, il Made in Italy non tradisce. E ricompaiono i russi

Torna a soffiare il vento dell’Est: dall’estero 540 brand. Oggi la chiusura

Manuel Ritz

Manuel Ritz

Firenze, 13 gennaio 2017 - I russi sono tornati a Pitti Uomo. E’ questa la prima confortante notizia che arriva dai numeri di affluenza al salone che chiude oggi per lasciare il testimone a Milano Moda Uomo che stasera apre le danze dei défilé maschili col debutto di Alessandro Sartori come direttore creativo di Ermenegildo Zegna alla Bicocca. Sempre stasera a Milano nell’headquarter di via Donizetti scende in pista anche Alberta Ferretti, ma con anima tutta al femminile, con la sua Prefall e anche la nuova collezione Limited Edition.

Ma torniamo a Pitti Uomo che ha mostrato anche stavolta un’atmosfera dinamica e un’alta qualità di prodotto. «Gli espositori si sono tutti molto impegnati nella creatività e nel servizio ai clienti», racconta Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine da 28 anni e grande conoscitore dei protagonisti del Made in Italy e dei 540 brand arrivati dall’estero per esporre in Fortezza da Basso.

Germania, Giappone, Gran Bretagna, Francia, Spagna, Olanda, Cina e Stati Uniti si piazzano ancora una volta ai primi posti della classifica delle presenze in fiera, con la gioia del ritorno dei compratori russi che si erano persi per via delle sanzioni e la parallela scomparsa della Turchia. Tra i mercati nuovi spiccano Canada, Israele e Sudafrica, stabili Corea del Sud e Hong Kong. Tra gli stand si scattano molti selfie, si va a caccia di testimonial come ieri mattina la squadra della Fiorentina da L.B.M. 1911 che ha realizzato le divise viola.

Non ci si spaventa più di tanto per l’allarme bomba, subito rientrato in 40 minuti, quando gli uomini delle forze dell’ordine hanno rintracciato il proprietario di una sacca in terra vicino all’ingresso: una dimenticanza.

Alla Dogana sfila per i Pitti Italics Lucio Vanotti ed è bello vedere come stavolta lo stilista tanto minimal scelga il colore e il tartan per una collezione molto homewear, dedicata a un uomo che ama l’intimità della casa con cappotti, vestaglia e pantaloni con l’elastico in vita, abiti morbidi come pigiami coi quali uscire piacevolmente la sera per portare a spasso il cane.

Gran folla negli stand dei marchi più affermati come Manuel Ritz con l’asterisco giallo accanto al logo e la giacca Nuvola superleggera e destrutturata. Come Brunello Cucinelli, con il velluto a coste delle giacche e il lupetto di cashemere sotto l’abito che denota «un modo di vestire senza età», come spiega l’imprenditore umbro.

Da Harmont & Blaine insieme a Mimmo Menniti c’è Paolo Montefusco, nuovo direttore creativo e nuovo ad del brand del bassotto, che in stand ha ricostruito il mare d’inverno, con tanto di sabbia. Per Save the Duck il piumino è sempre ecosostenibile e ancora più caldo con il gilet interno in plumetech e un simpatico disegno camouflage.

GUIDO Biondi per President crede nelle sahariane militari imbottite di piuma e nel giubbotto da aviatore in pelle di capra, colletto di shearling e fodera di piuma, da Ingram le camicie azzurre hanno impunture rosse e spiccano per l’inverno in tinte classiche e scozzesi; da Lebole l’alta tradizione delle sartoria italiana riprende quota; da Tagliatore il direttore creativo Pino Lerario dà mostra di creatività eccelsa e di tessuti al top per cappotti esemplari e giacche dagli ampi revers un po’ retrò.

Da Husky, Saverio Moschillo mostra la campagna con Aldo Montano e le giacche senza tempo ma a tutta contemporaneità; da Orciani, oltre alle famose cinture spiccano le borse e gli zaini per lui; da Virtus Palestre la felpa è in pile d’aria vissuta. Fuori fiera Giulio e Sandro Fratini, oltre ai jeans della Rifle, hanno lanciato per questo Pitti Uomo un orologio in silicone stampa cocco in otto colori, L’O Watch, che avrà anche due limited edition in argento e in oro.