Giovedì 18 Aprile 2024

"Italiana", in mostra la storia attraverso la moda

La grande esposizione (che si terrà a Milano nel febbraio 2018) ripercorre i 30 anni dal 1971 al 2001 e celebra i 60 anni della Camera della moda

La locandina della mostra 'Italiana', che si terrà a Milano

La locandina della mostra 'Italiana', che si terrà a Milano

Milano, 10 luglio 2017 - “Il motto della Camera Nazionale della Moda Italiana nel 2018, anno che segna sessant'anno di storia dell'istituzione? Sarà raccontiano l'Italia, anche attraverso la moda che è espressione della società e del tempo che viviamo e abbiamo vissuto”, spiega con entusiasmo Carlo Capasa, presidente di CNMI, durante la conferenza di presentazione della grande esposizione “Italiana. L'Italia vista dalla moda 1971-2001” che si aprirà a Milano, in nove sale del piano nobile della reggia il 22 febbraio 2018 per concludersi il 6 maggio dello stesso anno, ideata e curata da Maria Luisa Frisa e Stefano Tonchi che hanno raccontato oggi le linee guida di questo evento culturale che si annuncia di spessore. “Niente di meglio - continua Carlo Capasa che a settembre sarà impegnato con Milano Moda Donna sui temi della sostenibilità - per celebrare i sessant'anni della Camera della Moda e i tanti passi avanti fatti dal Made in Italy di cui andiamo fieri”.

La grande marcia della moda italiana, con l'esplosione del pret-à-porter comincia proprio nel 1971 quando Walter Albini decide di lasciare la Sala Bianca di Palazzo Pitti a Firenze per andare a sfilare a Milano una collezione pensata per le nuove donne del tempo, che lasciavano la casa per il mare magnum del lavoro in fabbrica e delle professioni e per questo “salto” avevano bisogno anche di abiti ad hoc. Poi una galoppata fino al 2001, l'anno del crollo delle Torri Gemelle, e l'inizio di una crisi e di un cambio di passo che ancora non abbiamo digerito. Oltre alla mostra a Palazzo Reale che raccoglierà 120 abiti insieme a oggetti di desing, foto e testimonianze industriali dell'innovazione tessile dai distretti, anche un volume, tutto in una sequenza atemporale che mischia questi 30 anni con tutte le pulsioni e le rivoluzioni della società del tempo. Leggere la storia attraverso la moda? Si, si può, questa è la ricetta di Tonchi/Frisa già molto rodati intelletutalmente per le mostre fatte in un recente passato per Pitti Immagine, e poi “Bellissima” al Maxi di Roma ed ora questa “Italiana”,

“Mostre come questa promuovono la città e il sistema dello stile e grazie anche alla Galleria Massimo De Carlo che ci ospita per questo incontro che fanno cogliere le attinenze con l'arte contemporanea”, ha spiegato Cristina Tajani assessore alla moda del Comune di Milano. Con lei anche Federico Marchetti, amministratore delegato di Yoox – Net à Porter Group e Vincenzo Castaldi  direttore creativo di Pomellato che sono gli sponsor della mostra che si apre il prossimo febbraio.

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“Il nostro è un progetto di sistema non solo di storia della moda - spiega Maria Luisa Frisa, critico e curatore professore ordinario all'Università IUAV di Venezia col corso di laurea in Design della moda e arti multimediali - Noi guardiamo al passato, a questi 30 anni fondamentali in cui è nato il pret-à-porter italiano per guardare all'oggi e progettare il futuro, per capire meglio presente e futuro raccontando questi stilisti pionieri alla Albini e alla Giorgio Armani. Parleremo di qualità ma anche di fallimenti, un viaggio nella moda che aveva toccato Torino, Roma, Firenze e dal 1971 Milano con intrecci significativi con arte e design, sullo sfondo della società del tempo, con la voglia di fare una moda democratica. Un ritratto con tanti protagonisti, ma anche attenzione all'industria e all''innovazione,una autorialità diffusa anche nei distretti”.

Mappe per andare oltre la moda, ma anche mappe della moda come straordinaria formula di conoscenza del sociale, dove il pezzo unico convive con l'abito in serie, e insieme sono la rappresentazione dl Paese. “Italiana stavolta non è un aggettivo ma proprio un sostantivo - dice Stefano Tonchi, fiorentino e americanissimo, dal 2010 direttore di “W Magazine” e in precendenza anche di “T. The New York Times Style Magazine", autore con Frisa di mostre a Firenze per Pitti Immagine come “Uniforme. Ordine e Disordine” o “Exces. Moda e Undergrund negli anni Ottanta - perché con Maria Luisa puntiamo a ricostruire i caratteri di identità di quella meravigliosa stagione dello stile italiano che ha conquistato il mondo. Non ci saranno solo vestiti ma la rappresentazione del mondo che la moda esprime, suggerendo dei mondi, in oggetti e pensieri. Nel percorso delle stanze di Palazzo Reale vogliamo dialogare anche con la città di Milano. E poi la democratizzazione del gusto e del bello nel lavoro di Giorgio Armani, per esempio - continua Tonchi - il sogno del lusso accessibile, come qualcosa a cui tutti possono tendere, e ancora il total look, la logomania, il tema dell'abbigliamento che si ispira ai mondi lontani che oggi tutti possono visitare viaggiando”.

Curatore associato è Gabriele Monti, il design dell'allestimento è di Annabelle Selidorf con Matteo Mocchi, progetto grafico di Bruno,  Andrea Curatolo e Giacomo Covacich.