Martedì 23 Aprile 2024

La Grecia dice no a Gucci, nessuna sfilata sull'Acropoli

Dalla maison confermano contatti per "un progetto di collaborazione culturale a lungo termine", ma negano che si sia parlato di cifre. Comunque Atene rifiuta l'offerta

L'Acropoli. Gucci pensa a una sfilata, ma Atene dice no (foto Ansa)

L'Acropoli. Gucci pensa a una sfilata, ma Atene dice no (foto Ansa)

Milano, 15 febbraio 2017 - No... Gucci non ha offerto alla Commissione Archologica di Atene (Kas) 56 milioni di euro per il "progetto" Partenone. La maison del lusso nel portafoglio del Gruppo Kering non smentisce i contatti con la capitale greca per un evento sull'Acropoli ma respinge con forza le speculazioni pubblicate sulla stampa ellenica e sui suoi siti.

"Confermiamo di aver avuto un incontro con le autorità elleniche - fa sapere un portavoce di Gucci -  per esplorare la possibilità di un progetto di collaborazione culturale a lungo termine. Il nostro marchio non è nuovo a iniziative di questo genere; negli ultimi anni abbiamo collaborato con istituzioni quali Palazzo Strozzi a Firenze, Minsheng Museum a Shanghai, Chatsworth House in Inghilterra e LACMA a Los Angeles. Le speculazioni pubblicate relative a presunti impegni o offerte economiche diretti o indiretti, sono destituite da ogni fondamento".

Certo l'idea di una sfilata davanti alle Cariatidi è fantastica e già percorsa nel 1951 dalla maison Dior. Ora l'interessamento di Gucci non sarebbe da meno e un evento sull'Acropoli significherebbe moltissimo per il brand e per la ricerca della bellezza, della qualità e dell'eccellenza che sono alla base dell'operazione di reinvenzione del brand fiorentino voluta dal presidente Marco Bizzarri e dal direttore creativo Alessandro Michele. Quest'ultimo nel giugno 2016 ha sfilato la collezione Gucci Cruise 2017 negli antichi chiostri dell'abazia di Westminster a Londra, con molto successo e tanta meraviglia per la contaminazione tra moda e culture. E verosimilmente anche ad Atene forse si voleva tentare un'analoga esperienza, magari con un sostegno di mecenatismo. Ma ad Atene hanno fatto sapere, e in modo abbastanza diretto, di non essere interessati alle proposte di Gucci e di aver respinto ogni avance. Come a dire che l'Acropoli non è in vendita, e neanche la sua immagine come hanno sottolineato i giornali greci. Anche se dalla Gucci assicurano che non si è mai parlato di prezzi e di finanziamenti.

Dunque perché tanto fracasso? Perché tanta subitanea presa di posizione contraria a tutto? Un fatto di orgoglio, di purismo? Eppure davanti alle Cariatidi hanno già fatto campagne la Coca-Cola, la Lufhtansa e Venzon con addirittura delle cabine telefoniche tra le antiche colonne. Forse è la moda ancora a fare paura? C'è ancora qualcuno che pensa sia il diavolo, che pensa sia un mondo solo d'apparenza e non di immenso business? Forse ad Atene e sul Partenone sì.