Martedì 23 Aprile 2024

Geniale, esagerato, superstar. La moda felice di Gianni Versace

La sua morte choc ha segnato la fine di un’epoca

Gianni Versace (Ansa)

Gianni Versace (Ansa)

Roma, 15 luglio 2017 - Ordine e caos, mito e cultura, neo-barocco e contemporaneità. E un’idea unica e bellissima del corpo umano che sembra discesa dagli dei dell’Olimpo. E ha ragione Franco Zeffirelli quando dice che Gianni Versace «ha liberato la moda dal conformismo». E mai come oggi, a vent’anni da quella morte tragica e assurda, Gianni, l’imperatore del glamour, manca al mondo della moda, come creativo e come persona, profeta delle stampe esagerate e perfette, alfiere della riscoperta dell’antico in tutto il suo fascino arcano, Pigmalione per aver trasformato in dive le modelle fissando nell’universo della bellezza quelle dee della passerella che da allora in poi si sarebbero chiamate solo Naomi, Claudia, Linda, Yasmeen, Stephanie, Christie, Cindy, Helena, Karen, super model e icone di un momento magico dello stile che Versace ha reso eterno.   Sono passati venti anni da quel mattino del 15 luglio 1997 quando Antonio D’Amico, l’amore di tutta una vita, lo soccorse ma invano sugli scalini di Casa Casuarina, tempio di ogni magnificenza della maison della Medusa, residenza dorata e solo pochi anni prima inarrivabile per Gianni partito in cerca della sua strada da Reggio Calabria, con la mamma sarta e innamorata dell’alta moda e quei fratelli Santo e Donatella che lo seguiranno nell’avventura milanese delle prime licenze e poi nella nascita della maison di via Gesù. Un pioniere di una moda fatta di eccessi e di azzardo, come le fantasie a tema mitologico bordate di greche o l’abito Virgola, tutto nero seduzione, tenuto magicamente insieme solo da una spilla, in un abbraccio sexy senza uguali sul corpo delle donne. Aveva 50 anni Gianni Versace dopo l’ultima passeggiata su Ocean Drive e oggi ne avrebbe avuti settanta: chissà quanto splendore avrebbe seminato ancora, come per le memorabili sfilate dell’Atelier Versace sulla piscina coperta del Ritz, a Parigi, col mondo del fashion sbalordito e abbagliato da tanta magnificenza e tanto fascinoso neo-barocco. L’ultima sfilata era stata al Giardino di Boboli a Firenze, il 25 giugno di quel suo ultimo anno di vita, accanto all’amico Maurice Béjart per “Barocco Belcanto”, spettacolo d’arte eccelso con flash di moda e Naomi che alla fine dello show spara in aria un colpo di pistola, quasi un presagio della fine.    Quella sera Gianni era contento anche perché da un anno era guarito da un brutto male e si godeva il verde di Boboli con quel sorriso che chi scrive porta nel cuore, la faccia bella come sempre, come un kuros dell’antica Grecia, sua immensa passione. Era un uomo buono Versace, che non se la prendeva mai con i colleghi che invece lo invidiavano assai e ne parlavano male, quasi che vestire uomini e donne belle di immenso splendore fosse un peccato mortale. E come in un Eden del Fashion ecco modelli in vestaglie di seta e modelle in languide sottovesti sdraiati sulle passerelle in un inno corale di eleganza e di sfrenato senso estetico. E poi gli scatti dei più grandi fotografi dal mondo, Meisel, Gastel, Avedon, Weber, Barbieri, Newton, Penn, con quell’umanità nuova eppure antichissima per bellezza e profondità. Simili ai pezzi d’arte sublimi che collezionava e che ha lasciato in eredità alla famiglia, col 50% di tutto all’amatissima nipote Allegra che quando è morto aveva solo 11 anni. Un funerale fantastico il suo, per affetti e personaggi, come in un film di lacrime e rimpianti, con la faccia tristissima di Lady Diana che neanche un mese e mezzo dopo lo avrebbe raggiunto in Cielo. Quella ragazza che solo Gianni poteva trasformare nella principessa dei sogni, regalandole coi suoi vestiti una femminilità limpida e molto seduttiva.    Gianni ci manca, manca alla moda mondiale come artista unico e irripetibile dello stile, come presenza di immenso creativo. Dalla sua scomparsa la sorella Donatella ha portato avanti il brand, con coraggio e bravura indubbia, superando problemi e pregiudizi. Ora la Medusa è tornato ad essere un marchio stellare e Gianni ne sarebbe molto contento. A settembre per le sfilate di Milano Moda Donna la maison gli renderà omaggio portando in passerella, oltre alle collezioni nuove, anche alcune dei suoi rivoluzionari abiti come le camicie di seta che Donatella ha risvegliato già nel giugno scorso per l’uomo. Un tributo all’uomo e al suo genio.