Venerdì 19 Aprile 2024

Dura la vita dei sindaci: tra minacce e intimidazioni, 80 casi al mese, quasi 3 al giorno

Il rapporto: tra bombe, auto incendiate, aggressioni e minacce di vario genere in un anno sono stati 870 - in tutto - gli atti intimidatori contro sindaci, assessori, consiglieri e candidati. In 40 anni ben 132 omicidi

Sindaci con la fascia tricolore (Torres)

Sindaci con la fascia tricolore (Torres)

Roma, 2 marzo 2015 - Dura la vita degli amministratori pubblici: tra bombe, auto incendiate, aggressioni e minacce di vario genere in un anno sono stati 870 - in tutto - gli atti intimidatori contro sindaci, assessori, consiglieri e candidati. I dati - raccolti da una specifica Commissione parlamentare presieduta da Doris Lo Moro, Pd - sono del 2013, ma la situazione si è aggravata nei primi quattro mesi del 2014, con 395 casi, per un totale di 1.265. Un ritmo sostenuto: ottanta al mese, quasi tre al giorno. E oltretutto minacciare sindaci e amministratori non è neppure troppo rischioso, visto che solo in 182 casi è stato possibile risalire agli autori. 

LA GEOGRAFIA - La regione più colpita è la Sicilia, seguita da Puglia, Calabria e Sardegna. Sud ed Isole rappresentano il 63% di tutti i casi nazionali. Ma colpisce al nord il dato di Torino, 4,4% nella provincia, così come quello nell'area di Roma, 4%; in quella di Napoli il 5,3% dei casi. La relazione sottolinea come "il ruolo di amministratore nel Sud e nelle Isole comporta certamente maggiori pericoli che nel resto del Paese anche se non bisogna dimenticare che le ultime due vittime in ordine di tempo erano amministratori del nord Italia, Laura Prati, sindaco di Cardano al Campo in provincia di Varese e Alberto Musy consigliere comunale di Torino".

GLI OBIETTIVI - L'obiettivo prevalente nelle azioni intimidatorie sono i sindaci, cui sono rivolti il 35% del totale degli episodi (446 casi). Dai dati forniti dalle prefetture, emerge che il 48% dei casi si è verificato in Comuni di oltre 15mila abitanti mentre un episodio su quattro in un piccolo comune (meno di 5.000 abitanti). Sardegna e Calabria sono le regioni dove sono più i casi in Comuni piccolissimi (meno di mille abitanti). 

I REATI - La maggiore concentrazione di intimidazioni gravi si è avuta in Puglia, dove si sono registrati i più numerosi episodi di auto incendiate (23%), incendi di beni privati (22%), il 38% dei casi con utilizzo di armi da fuoco e il 55% di utilizzo di ordigni esplosivi. In Sicilia si sono verificati il 25% dei casi di danneggiamento mentre la Campania ha il primato per le aggressioni (21%). 

DIMISSIONI - La Commissione evidenzia inoltre "la vera cifra oscura del fenomeno, quello delle dimissioni, che con maggiore facilità sfuggono a un accertamento cristallizzato: le dimissioni "come effetto delle intimidazioni, del condizionamento pieno dell'attività politica ed amministrativa", e al riguardo non ci sono dati certi: ciò che è possibile acquisire con certezza è il dato medio annuo dei Comuni italiani sciolti anticipatamente a partire dal 1993 che è intorno al 2,5% con le punte massime che riguardano la Puglia (7,4%), la Campania (6,3%) e la Calabria (5,1%).

GLI OMICIDI - "Sono 132 gli omicidi consumati negli ultimi quarant'anni in danno di amministratori locali in carica e/o di candidati alle elezioni amministrative, di cui 3 sono donne, con un'età media degli uccisi che non supera i 46 anni, ricondotti per il 47% dei casi alla criminalità organizzata, anche per vendette trasversali, e per l'8% dei casi a motivi personali; altri 11 omicidi consumati nello stesso periodo che, a vario titolo, potrebbero entrare nello stesso elenco, con vittime in 4 casi legate da un rapporto di stretta parentela (figlio, moglie, fratello e padre) con l'amministratore locale individuato come vero obiettivo". E' quanto emerge dall'inchiesta della Commissione parlamentare sul fenomeno delle intimidazioni nei confronti degli amministratori locali, presieduta dalla senatrice Doris Lo Moro. La relazione finale verrà presentata domani. Gli amministratori uccisi appartenevano a tutti gli schieramenti politici e operavano prevalentemente nel mezzogiorno d' Italia. Tra loro anche Piersanti Mattarella, il fratello del Presidente della Repubblica. Piersanti Mattarella, presidente della Regione Sicilia, fu ucciso il 6 gennaio del '80.