"Il miliziano colpito a morte? Quella foto non la scattò Capa, ma una sua assistente"

Così assicura Ara Guler, 93 anni, uno degli ultimi mostri sacri dell'agenzia Magnum ancora in vita

Il "Miliziano colpito a morte", celebre scatto di Robert Capa (Ansa)

Il "Miliziano colpito a morte", celebre scatto di Robert Capa (Ansa)

Roma, 28 marzo 2015 -  La leggendaria foto di Robert Capa, il "Miliziano colpito a morte" ritratto durante la guerra civile spagnola, non fu opera del celebre fotografo, ma di una sua assistente, che immortalò una delle immagini più iconiche del XX secolo. 

Così almeno rivela Ara Guler, 93 anni, uno degli ultimi mostri sacri dell'agenzia Magnum ancora in vita, in un'intervista realizzata ad Istanbul da Simone Perotti, nell'ambito del Progetto Mediterranea (www.progettomediterranea.com, dove è viene ora pubblicata).

 "Capa - dice Ara Guler nell'intervista anticipata all'Ansa - era uno che non faceva abbastanza. Non era completo. Aveva sempre un mucchio di donne con lui, un viavai. La famosa foto del soldato che cade colpito alla testa, ad esempio, non l'ha fatta lui, ma una ragazza che era lì con lui. Di lui non si sa mai quali foto abbia scattato e quali gli siano state attribuite, ma non sono sue. Cartier Bresson invece faceva tutto lui, è tutta roba sua, e lui è stato un grande, certo».  La foto del miliziano repubblicano colpito a morte, presa nel 1936, è da sempre oggetto di controversie, principalmente sulla questione se si trattasse di un'immagine costruita o di uno scatto casuale. In un libro del 2009, "Ombre della fotografia" di Josè Manuel Susperregui, l'autore scrive inoltre che l'immagine fu scattata con una Rolleiflex, non la Leika, che era normalmente usata da Capa.